Arriva l’undicesima stagione di Doctor Who
di Gabriele Basile
“Letting go of the Doctor is so, so hard, isn’t it?” (Lasciar andare il Dottore è così tanto, tanto difficile, no?”). Non ci vuole molto ad intravedere lo showrunner Steven Moffat dietro le struggenti parole di Bill in Twice Upon a Time, l’ultimo special di Doctor Who: le chiavi del TARDIS passano infatti a Chris Chibnall e nel momento in cui leggete queste righe, Jodie Whittaker avrà già fatto la storia, con la prima incarnazione femminile del Dottore.
Questo perché Doctor Who rimane una serie TV di altissimo livello, capace, nella sua apparente semplicità di raggiungere una complessità (quasi) senza pari: un pastiche straordinariamente postmoderno, in grado di incorporare e rimodulare narrative e strumenti narrativi del tutto diversi tra loro ponendo al fruitore una sconfinata serie di domande.
Certo, un’era si è appena chiusa, con l’addio di Moffat e quello di un commovente Peter Capaldi, ma la sensazione è che una nuova, altrettanto fulgida, stia per aprirsi: il Dottore (o la Dottoressa) continueranno a sfocare il confine tra finzione e realtà facendoci sognare un domani migliore o gettando benzina sul fuoco delle nostre insicurezze, come solo la migliore fantascienza è in grado di fare.
Le possibilità che si aprono con l’arrivo di Whittaker sono sconfinate: ogni avventura, linea temprale alterata o loop in cui il Dottore e la sua cricca andranno a cacciarsi contribuiranno a rendere questa straordinaria serie ancora più attuale… e giovane! E attenti al ritorno di Rose Tyler…
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