AMERICA’S CUP
LUNA ROSSA PRONTA A SFIDARE NEW ZEALAND
È tornata alla carica, ha investito, ha sviluppato la nuova barca e ha ricominciato a far sognare appassionati e tifosi. Luna Rossa ha vinto la Prada Cup (la ex Louis Vuitton Cup che fece tappa anche a Napoli nel 2013) e si è guadagnata la possibilità di sfidare i campioni in carica di New Zealand. In palio il trofeo più antico del mondo: l’America’s Cup, nata, infatti, nel 1856. L’obiettivo è portarla per la prima volta in Italia dopo gli epici tentativi, purtroppo tutti falliti, del Moro di Venezia, finalista nel 1992, e della stessa Luna Rossa che, nel 2005, perse la finale persa proprio con il team neozelandese. Ma l’Italia ha fatto anche altri importanti tentativi, fermatisi, però, alle Challenger Series, partendo da Azzurra (1983) per arrivare a Mascalzone Latino (2003). Le sfide finali inizieranno il 6 marzo, vincerà chi riuscirà a raggiungere per primo i 7 successi sulle 13 regate previste. “Luna Rossa arriverà carica dopo le vittorie in serie inanellate nella Prada Cup – ci racconta Paolo Scutellaro, Team Manager di Mascalzone Latino nella America’s Cup 2002-2003 –, avrà il vantaggio di essere allenata alla sfida. I defender neozelandesi, invece, hanno avuto il vantaggio di poter scegliere il tipo di imbarcazione da impiegare e il campo di regata”. Le gare, infatti, si svolgeranno ad Auckland e sono stati abbandonati i catamarani per un ritorno quasi al passato, con l’utilizzo di monoscafi. “Si tratta, in realtà, di una sorta di aliscafo perché le imbarcazioni non toccheranno quasi mai l’acqua, se lo facessero frenerebbero – spiega Scutellaro velista vomerese, cinque volte campione del mondo -. Luna Rossa ha mostrato una crescita continua con l’avanzare della competizione, si è sviluppato un senso di gruppo molto forte con un mix di qualità organizzativa britannica e creatività tutta italiana”. La conquista della “Coppa delle cento ghinee” mantiene intatto un fascino storico e tanta tradizione che, però, non riguarda le barche, oggi sempre più moderne, veloci e spettacolari anche per una maggiore fruibilità televisiva. Orgoglio napoletano per la presenza, nell’equipaggio azzurro, di Pierluigi De Felice, già nel team di Mascalzone Latino, e dell’ex canottiere Emanuele Luzzi. “Napoli ha un campo naturale di regata unico al mondo – prosegue Scutellaro –, è la sede perfetta per sfide internazionali veliche. Le istituzioni dovrebbero prestare maggiore attenzione a questo tipo di eventi che portano promozione al territorio e producono un importante indotto economico”. Il velista napoletano in conclusione ricorda un episodio della sua esperienza in America’s Cup: “Mi colpì molto, nel momento dell’arrivo in Aeroporto, la scritta che accoglieva gli sbarchi: ‘Benvenuti ad Auckland la città della vela’. Il primo pensiero è volato alla mia città. Mancano strutture dedicate perché, con quel palcoscenico, la vera città della vela potrebbe essere proprio Napoli”.
Giuseppe Porcelli
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