ALLE OLIMPIADI DI TOKYO: CON IL SOGNO DI UNA MEDAGLIA
LE AMBIZIONI DELLO SCHERMIDORE LUCA CURATOLI
DA SEMPRE LA SCHERMA È LA DISCIPLINA CHE HA REGALATO PIÙ ORI AGLI ITALIANI
Luca Curatoli, 26 anni, schermidore (sciabola) partenopeo, è in partenza insieme alla nutrita rappresentanza italiana, destinazione Olimpiadi di Tokyo. La preparazione e l’acclimatamento in terra nipponica inizieranno il 9 luglio nel ritiro di Ōita.
Da lì, la squadra azzurra farà rotta verso Tokyo, dove le gare del campione partenopeo si terranno presso la Makuhari Event Hall, che può ospitare fino a 9.000 persone, rispettivamente il 25 luglio (Sciabola maschile individuale) e il 29 luglio (gara a Squadre).
Come è approdato alla passione per la scherma?
“Mi posso considerare figlio d’arte. Uno dei miei fratelli, (cognome diverso, ma stesso sangue) è tuttora il mio allenatore (Leonardo Caserta), mentre l’altro (Raffaello Caserta), ha partecipato alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996 e di Sidney nel 2000. Inoltre, mio padre è stato Dirigente del Circolo Posillipo e, invano, ha tentato di avviarmi alla pallanuoto”.
Da che età ha cominciato la pratica di questo sport?
“Avevo 6 anni quando per la prima volta ho impugnato l’arma. Poi, a 11 ho fatto la mia prima gara ad Ariccia (RM). Ricordo che i miei genitori, in hotel, la notte prima della gara, erano più agitati di me, temendo che l’ansia del debutto mi tradisse. Li tranquillizzai dicendo loro che non dovevano preoccuparsi, perché giocavo ad armi pari, in quanto anche i miei avversari erano debuttanti, Risultato: prima gara prima vittoria”.
E poi cosa accadde?
“Ci fu un periodo interlocutorio, ma poi recuperai le giuste motivazioni, vincendo il titolo italiano Under 17. Nel 2014, a Plovdiv, in Bulgaria, ho vinto due medaglie d’oro nel Campionato del Mondo Under 20. Poi nel 2015, nel Campionato del Mondo, a Mosca, abbiamo vinto il titolo a squadre”.
Tra i titoli più prestigiosi conquistati da Curatoli ci sono: il bronzo a squadre ai Mondiali di Lipsia 2017 e l’argento, sempre a squadre, ai Mondiali del 2018 a Wuxi. Ai Mondiali di Budapest del 2019, infine, ha conquistato il terzo posto sia a squadre che nella gara individuale. In totale, a 26 anni, ha già conquistato 11 podi tra europei e mondiali.
Che cosa caratterizza la sciabola rispetto alle altre due discipline della scherma, spada e fioretto?
“Si tratta di una specialità che implica un contatto maggiore con l’avversario. Lo sciabolatore può indirizzare la propria lama dal busto alla testa, di taglio e controtaglio. È un’arma che richiede maggiore dinamismo rispetto alle altre due. La preparazione atletica, paragonabile a quella di un centometrista, richiede un notevole potenziamento muscolare, mentre la preparazione atletica di un fiorettista o spadista è più simile a quella di un mezzofondista. Inoltre, diverse sono le impugnature e i bersagli ammessi”.
Con quale spirito affronta il viaggio a Tokio?
“Inutile nascondermi, con ambizioni di podio, stando ai risultati finora conseguiti. Non temo la pressione del ritrovato pubblico, anzi la sua presenza mi ha sempre dato una carica maggiore”.
Come giudica la condizione della scherma italiana rispetto al resto del Mondo?
“La scherma ha da sempre in Italia una solida tradizione. Per quanto riguarda, in particolare, il fioretto femminile siamo al top, nel solco dei successi dell’atleta più vincente della scherma italiana, Valentina Vezzali (6 ori olimpici)”. Nel complesso, a livello individuale, siamo forse la 3ª forza, dietro Corea e Ungheria. Comunque, alle Olimpiadi tutto può succedere, poiché si affrontano le 8 squadre migliori al mondo, tra cui anche Germania, Russia e Iran meritano rispetto”.
In Italia sarà possibile seguire in diretta le sue gare?
“Rispetto all’Italia, il Giappone ha 7 ore di fuso in meno, ma, da quanto mi so, le finali si svolgeranno in orari abbordabili per il pubblico europeo”. Qual è la magia della scherma che la ha conquistata fin da bambino? “la cura del dettaglio, la ricerca della perfezione nei movimenti. L’adrenalina del combattimento”.
E allora, caro Luca… tutti per uno e uno per tutti!
Marcello Ricciardi
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