ADDIO A FRANCO BATTIATO
Lo scorso 18 maggio, nella sua casa di Milo in Sicilia, dopo una lunga malattia si è spento, a 76 anni, Franco Battiato, grande musicista, cantautore e compositore. L’artista, che si era ritirato dalle scene già dal 2019, ha rimescolato in modo eclettico le carte della musica colta e popolare.
Nato il 23 marzo 1945 a Riposto (CT), dopo la morte del padre, camionista e scaricatore di porto a New York, nel ‘64 si trasferì a Roma e poi a Milano. Nel cabaret, “Club 64”, conobbe Jannacci e Giorgio Gaber, che lo lanciò in tv. Dopo un’iniziale fase di musica sperimentale e rock progressivo passò ad un personale pop d’autore, che lo fece conoscere al grande pubblico, esplodendo nel 1981 con l’album “La voce del padrone”, suo apice di vendite, primo LP in Italia a superare il milione di copie vendute. La sua cifra artistica è stata caratterizzata da testi criptici e citazionistici, combinati a musiche con influenze new wave, classiche, etniche ed elettroniche.
Negli anni ‘90 strinse un sodalizio col filosofo Manlio Sgalambro, autore di molti suoi brani, tra cui la celeberrima “La Cura”. I testi di Battiato riflettono l’interesse per l’esoterismo, la filosofia, la mistica sufi e la meditazione orientale. È stato insignito di ben tre Targhe Tenco e dell’omonimo Premio. Nel suo ultimo singolo “torneremo ancora”, il cantante si congeda così: “La vita non finisce. È come il sogno. La nascita è come il risveglio. L’esistenza è ciclica. Torneremo ancora a questa vita terrena”.
Marcello Ricciardi
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