Villa Santarella di Eduardo Scarpetta, gioiello del Vomero
Nei primi anni del ‘900 la collina vomerese era un luogo rurale, poco abitato e lontano dal centro della città di Napoli. Era una zona tranquilla e silenziosa e per questa ragione era spesso mira di artisti e aristocratici che sceglievano di costruire lì le proprie ville. Anche Eduardo Scarpetta, attore e commediografo napoletano che per primo portò in scena il teatro dialettale, scelse di costruire sulla collina la sua casa, “La Santarella”, nel luogo che egli definiva “Vommero solitario”. Da quel momento l’intera zona è conosciuta come “Santarella”. Costruita nel 1909 secondo le sue precise direttive, “La Santarella” si trova in via Luigia Sanfelice 18, all’incrocio con via Palizzi. Eduardo Scarpetta scelse il nome della villa per ricordare il successo della sua commedia “Na Santarella”, i cui incassi gli consentirono di costruire la casa. Frutto del tipico Liberty napoletano, Villa Santarella fu costruita in stile neorinascimentale. L’edificio di tre piani a pianta quadrata dispone di quattro torri merlate agli angoli ed è costituito da un piacevole contrasto di colore tra il rosso pompeiano e il grigio vesuviano. La sua posizione è strategica, più in basso rispetto alla collina ed ha una facciata da cui poter godere una vista spettacolare verso il mare. Al suo interno, nell’androne, è presente un bassorilievo di stucco che riproduce una delle scene principali della commedia. Un giorno Scarpetta osservandola esclamò: “Me pare nu comò sotto e ‘ncoppa!”. In effetti, guardando la villa con attenzione, sembra un comodino rovesciato. Ciò che contribuì a rendere famosa questa villa è la targa presente su una delle facciate con su scritto: “Qui rido io”. Eduardo Scarpetta voleva intendere che, se il suo pubblico rideva a teatro delle battute delle sue commedie, in quel luogo di delizie era lui a ridersela. E rese anche la sua casa un luogo in cui potersi divertire. Le feste date a Villa La Santarella erano note in tutta la città. Se ne parlava per giorni e spesso le feste erano accompagnate da esplosioni di fuochi pirotecnici. La permanenza della famiglia Scarpetta, però, fu breve.
Nel 1911 la villa venne venduta per volere della moglie di Eduardo, Rosa, che non riusciva ad adattarsi a quel contesto così solitario e silenzioso. Corrono voci, però, secondo cui Scarpetta abbia perso la Villa giocando a carte.
CLAUDIA BUONFANTI
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