“O’ Sole mio” e Capurro
La storia della canzone napoletana ha indissolubilmente uno stretto legame col nostro quartiere. A due passi dal Vomero e all’inizio del quartiere Avvocata, lungo l’ antica Infrascata ovvero l’attuale via Salvator Rosa, sorge un antico palazzo edificato verso la fine dell’800, e dimora dell’ autore che più di tutti ha lanciato quel famoso made in Italy, che tanto ci piace, nel mondo. Si tratta di Giovanni Capurro ( 1859- 1920) il poeta che, insieme agli arrangiamenti di Eduardo Di Capua (1865- 1917) e Alfredo Mazzucchi ( 1878- 1972), ha dato le parole a O’ Sole mio. Arrivando alla fine di via Girolamo Santa Croce ad angolo con via Salvator Rosa, al numero 119, è possibile notare un edificio rivestito da una scenografica pioggia di raggi dorati (di sole), opera dell’artista napoletano Mimmo Paladino che, in occasione della costruzione della stazione della Metropolitana dell’Arte Salvator Rosa, volle omaggiare uno dei padri della canzone napoletana. Questi raggi vogliono elegantemente ricordare, a tutti i passanti che ogni giorno intraprendono l’arduo tragitto di Via Salvator Rosa, che ,poco tempo fa, si affacciava da una di quelle finestre uno dei più grandi geni che il popolo italiano abbia mai avuto. E il panorama di cui godeva il Capurro era, ovviamente, irriconoscibile. La vecchia Cesaria, ossia la moderna Via Salvator Rosa, soprannominata così dagli storici abitanti del luogo, per la presenza della Chiesa di santa Maria della Pazienza detta Cesarea, nell’800 era il punto di incontro fra la campagna e la città. Per questa strada anticamente passavano somarelli e carrozze che portavano i nobili napoletani nelle case di villeggiatura “Vomeresi”. L’aria pulita e la luce perfetta del bucolico Vomero forse avranno ispirato Giovanni Capurro a scrivere il testo di O’ Sole mio, ma c’è una leggenda che vuole che sia stata l’alba osservata sul Mar Nero ad aver stimolato il poeta napoletano. Nel 1904 compose una canzonetta per celebrare la nascita del figlio del re Vittorio Emanuele, il Principe Umberto, (<
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