Personaggi vomeresi illustri: I Matania
Si presenta sufficientemente arduo descrivere in queste righe l’epopea di una storica famiglia, le cui generazioni, tre ‘8OO e ‘)9OO, hanno dato lustro all’Italia, particolarmente a Napoli, dove essi hanno operato proficuamente esportando all’estero l’arte, la bravura nella loro ecletticità: I Matania. Purtroppo si avverte tutt’oggi l’inadeguato riconoscimento di questa famiglia, prolifica stirpe di artisti, mai abbastanza di doverosi e tangibili ricordanze in celebrazioni o meritata toponomastica. Ecco, per dovere, dunque, ricordare quanti nel tempo ne hanno parlato: Matilde Serao, Edoardo Scarfoglio, Benedetto Croce, Salvatore Di Giacomo, Jessie White Mario, Gioacchino Volpe, Radames Toma, Alfredo Schettini, Paolo Mariani, Achille Beltrame, Walter Molino, F. Bertolini, Paolo Ricci, Eduardo De Filippo, Patroni Griffi, G. Massari, Michele Prisco, Max Vajro, Vittorio Paliotti, Gaia Salvatori, Stefano Gallo, Peppe Macedonio, Adolfo Mutarelli, Sergio Zazzera, Antonio La Gala.Decano capostipite fu Eduardo (I847-I929) nella scia della Scuola di Posillipo e l’influenza di Domenico Morelli e di Filippo Palizzi. Pittore naturalista e paesaggista realizzò illustrazioni di impressionante veridicità su giornali e riviste, con personalissima impronta, chine ed acquarelli dai sempre più rari e preziosi ritrovamenti da collezionismo, insieme al nipote Ugo (I888-I979) dallo studio-laboratorio di Villa Belvedere-Carafa, attigua a Villa Giordano con i valenti Fortunino (I88I-I963), da Clelia, efficace attrice di cinema e teatro, Vera, Bruno, Tullia, artisti di rilevante valore che hanno prodotto a tutto tondo capolavori sparsi nel mondo. Quando la fotografia era ai primordi ed iniziava il rivoluzionario procedimento della fotoincisione a colori, essi illustravano con toccante realismo su “Il Mattino Illustrato”, “La Domenica del Corriere”, “Il Corriere dei Piccoli”, “L’Illustrazione Italiana”, “Illustrazione del Popolo”, avvenimenti lieti o tragici, ricorrenze, fatti di cronaca, curiosità, scoperte, sport, tradizioni, spedizioni, attentati, conquiste, naufragi, guerre, conflitti, invenzioni, esplorazioni, incoronazioni, conclavi, fatti politici, delitti, folklore, fiere ed esposizioni e quanto di tutto offriva la cronaca. La loro fama, dal Regno d’Italia, si estese all’attenzione del Regno Unito,tanto che Eduardo e Fortunino ebbero prestigiosi incarichi a Londra, alla “Illustration”, al “Britannia and eve”, a “Il Grafic”, e con il plauso della Corte assistettero all’evento dell’incoronazione di Giorgio V° in India. Seguirono lavori su “The Sphere” e su “The Illustrated London News”. Antesignani di studi cinematografici familiari quando a Napoli i fratelli Troncone intrapresero la via della quinta arte (“Il cinema al Vomero”-M. Piscopo-“Il revocatore.it- Dic. “2OI5), organizzando nel loro studio-cenacolo di via Aniello Falcone 21°, veri e propri teatri di posa con scenografie, comparse e personaggi interpretati dagli stessi familiari, in atteggiamenti, costumi e vesti rappresentanti avvenimenti di attualità in sorprendente eclettismo che spesso, come Emilio Salgari, realizzavano fantastiche atmosfere senza essere mai stati personalmente sui luoghi descritti. I componenti la famiglia si dedicarono tutti, in maniera versatile, in pittura, scultura, reportage, teatro, cinema, architettura, collezionando mostre ed esposizioni dai lusinghieri e prestigiosi consensi presso istituzioni storiche, il Circolo Artistico Politecnico, la Promotrice “Salvator Rosa”, l’Istituto per gli Studi Filosofici e tantissime gallerie d’Arte. Come in tante imprese assunte per una descrizione esaustiva, si corre il rischio della prolissità o la non completezza, seppure nel tempo l’argomento è stato esaurientemente trattato come sopra citato da autorevoli firme, sotto l’impulso emozionale, ho tuttavia tentato trasporre il sentimento di riconoscenza verso protagonisti che hanno onorato il Vomero, non solo, ma chi scrive è stato ospite-testimone della operosa, straordinaria fucina dei Matania, ed in particolare, in affettuosa compagnia del pittore Angelo Capozzi (I92O-I992) che operava nei pressi, dalla ospitalità di Tullia Matania, degna e sensibile artista che onora la magica officina, quando in essa mi ha fatto respirare un’atmosfera unica, con ritratti dai quali si avvertivano ectoplasmi di Croce, Di Giacomo, Volpe, Irolli, Gemito, Mancini e Cerio, insieme ad innumerevoli calchi, schizzi e studi, donandomi, tra l’altro, una preziosa lezione di vita, di signorilità, saggezza ed umiltà. Con gratitudine.
Mimmo Piscopo
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