Se le Vele sono un monumento, tuteliamole meglio dei Girolamini
di Alessandro Migliaccio
Il Comune di Napoli, dopo anni, finalmente dichiara guerra alle Vele di Scampia, palazzi che rappresentano il brutto dell’architettura moderna e che sono noti in tutto il mondo in quanto covo di spacciatori e delinquenti. La Soprintendenza, però, blocca tutto: “Le Vele sono un monumento!”. La stessa istituzione che, però, non vede (o fa finta di non vedere) gli scempi che si registrano sui palazzi e nelle chiese dell’arte del centro storico napoletano e che fino a poche settimane fa, non s’era accorta che i suoi stessi dipendenti avevano trasformato in parcheggio nientedimeno che Palazzo Reale. Strano concetto dei monumenti, quello del sovrintendente Stefano Gizzi.
Tutto è nato quando, in pieno agosto, tra un tuffo e l’altro nel mare di Mergellina accompagnato dai fotografi dei giornali, il sindaco Luigi De Magistris, partecipando al comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, ha annunciato che entro fine anno sarà messo in campo un piano per demolire gli edifici, regno incontrastato di spacciatori e criminali. Il progetto della giunta, però, rischia di non vedere luce a causa del sovrintendente ai Beni architettonici e paesaggistici, Stefano Gizzi. Le Vele? Per lui sono “un patrimonio da tutelare e da valorizzare”. Tra l’altro fu proprio Gizzi, due anni fa, ad inviare una lettera all’allora sindaco Rosa Russo Iervolino, a tecnici e funzionari in cui si sollecitava “la predisposizione in tempi rapidi di tutti gli atti propedeutici ad un’eventuale dichiarazione di interesse culturale per il complesso storico-architettonico-urbanistico delle Vele”, progettato da Franz Di Salvo. Ora, viene da pensare che se le Vele sono un monumento, bisogna far pagare un biglietto di ingresso ai turisti che, in stile Balotelli, decidono di andarsi a fare un giro nei palazzoni simbolo del degrado e dello spaccio di sostanze stupefacenti a Napoli. Ma poi, pensandoci bene, ci sarà qualcuno disposto a pagare per vedere un simile scempio, sia architettonico che sociale? L’idea di trasformare le Vele in una attrazione potrebbe anche funzionare, ma non senza un impegno totale delle istituzioni sul territorio dell’area Nord di Napoli. Di certo, se si blocca l’abbattimento delle Vele per poi lasciarle nello stato pietoso in cui sono adesso dimenticando anche i problemi di chi vive a Scampia, allora è centomila volte meglio pensare concretamente di abbatterle e riqualificare il territorio con un progetto serio che coinvolga i giovani. Non sarebbe meglio? La risposta, a questo punto, la può dare solo il sovrintendente Gizzi, che è lo stesso che è stato bacchettato poche settimane fa dal Ministero dei Beni culturali per i suoi “giudizi inopportuni e indebiti” espressi in occasione della solidarietà manifestata a don Sandro Marsano, indagato e perquisito nell’ inchiesta sui libri trafugati dalla Biblioteca dei Girolamini. Un altro monumento, i Girolamini, che non è stato tutelato a dovere nel corso degli anni e dove, anziché la droga delle Vele, si spacciavano libri antichi.
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