Inventarsi un lavoro disonesto: il falso corriere
In tempi di crisi e di mancanza di opportunità di lavoro, si sa, ci si ingegna per cercare di uscire dal buio e guadagnare qualche soldo per vivere in ogni modo possibile. Legalmente ovviamente. Ma non tutti ci riescono e alcuni prendono strade sbagliate inventando “lavori” che danneggiano altre persone e succhiando i loro soldi come dei veri parassiti. E’ il caso di chi ha ideato la truffa del “falso corriere” che si è estesa molto nelle regioni del Nord Italia nell’ultimo anno e che, adesso, fa registrare qualche caso anche al Centro e al Sud della Penisola. Un raggiro che si concretizza in modalità disarmanti e che è basata sulla buona fede delle vittime, che come sempre sono persone per lo più anziane. Il tutto si svolge nell’arco di poco tempo per non dare opportunità alla vittima di turno di razionalizzare e capire che è al centro di un raggiro. Un vero corriere consegna ad un negozio i colli di un ordinativo di prodotti di moda; pochi minuti dopo la consegna, il negozio riceve una telefonata da una persona che si qualifica come dipendente dell’azienda di spedizione che informa che la consegna non era completa e che sarebbe ripassato il fattorino.
Contestualmente si presenta in negozio un fattorino con divisa dell’azienda di spedizioni che inscena un battibecco al telefono con il suo presunto collega in merito all’opportunità di ritirare i colli, accordandosi di ritirarli. Una scenetta che serve anche per distrarre la vittima della truffa. Il negoziante, così, riconsegna i colli, facendo annotare la restituzione sul tagliando originale che il “vero” corriere aveva rilasciato al negozio. Poi, però, a distanza di qualche giorno, dopo il sollecito al corriere per la riconsegna della merce, l’azienda di spedizioni conferma che la merce è già stata consegnata e che il fattorino non è un loro dipendente. Per il commerciante, a questo punto, non c’è più nulla da fare. L’unica vera azione da poter effettuare contro questi “furbetti” che inventano nuove truffe ai danni delle persone oneste è l’informazione: rendere ogni negoziante informato di questi schemi di truffa, significa renderli meno esposti ai rischi.
(ale. mig.)
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