Intervista ad Alessandro Migliaccio “Sempre dalla parte dei cittadini”
N el mese di maggio 2012 venne distribuito per la prima volta il mensile gratuito Vomero Magazine, nato da un’idea del giornalista Alessandro Migliaccio, direttore della testata, in collaborazione con gli editori De Biase, di Cbl Grafiche srl. Nessuno, però, sapeva quale sarebbe stato il suo futuro. Vomero Magazine dall’uscita del suo primo numero è sempre stato il giornale di informazione della V Municipalità, scritto da persone che amano fare giornalismo e che si mettono in gioco per il proprio quartiere. Dopo tre anni di attività lo scorso 10 ottobre un grande passo avanti è stato fatto con l’apertura della sede del giornale in via Kerbaker, 91. La sfida di creare un mensile dei quartieri Vomero e Arenella venne raccolta nel maggio 2012 e oggi molte cose sono cambiate. Ne parliamo con il direttore Alessandro Migliaccio.
Il primo numero del Vomero Magazine uscì nel mese di maggio del 2012. Com’è nata l’idea di creare un giornale dei quartieri Vomero-Arenella?
“L’idea è nata ascoltando le esigenze dei cittadini che abitano nei quartieri Vomero e Arenella. In molti, da quando faccio il giornalista prima per dei quotidiani di Napoli e ora come autore de “Le Iene”, mi inviano lettere e segnalazioni per migliorare la vivibilità ed i servizi della zona collinare. Nelle parole di chi mi ha scritto, finora, ho avvertito sempre una voglia di “aggiustare le cose”, un desiderio di migliorare la bellezza del quartiere ed il grado di civiltà delle persone. È come se i vomeresi vivessero le strade come fossero la stanze della loro casa. Con amore, non con indifferenza. Da qui, a me e all’editore Benedetto De Biase, è scattata l’intuizione e la voglia di offrire un servizio ai residenti di Vomero e Arenella. Un’informazione chiara, senza nessun colore politico, libera e soprattutto al servizio dei cittadini. Ho pensato che i vomeresi meritassero un giornale tutto loro. Questa area della città le persone hanno un profondo senso di appartenenza al territorio e si vantano di essere “vomeresi”, non perché si sentono superiori o diversi dai napoletani che vivono in altri quartieri ma solo perché loro amano la collina vomerese. Il Vomero è un luogo magico, incantato e specie durante le feste natalizie diventa ancora più affascinante. Chi è cresciuto al Vomero conosce ogni angolo del quartiere e lo ricorda come un pezzo di storia della sua vita. Questo non è un quartiere “di passaggio”.
C’è un’intervista, un’inchiesta o un articolo del giornale che ti ha segnato o che ricordi particolarmente?
“Ricordo le inchieste che abbiamo realizzato in questi tre anni per denunciare i vari fenomeni di illegalità che si sono susseguiti al Vomero e all’Arenella e soprattutto quando abbiamo denunciato la presenza degli estorsori del pizzo della camorra ed il ritorno dei contrabbandieri al Vomero dopo anni in cui da queste parti non si vendevano più sigarette di contrabbando. Ricordo titoli “duri” che abbiamo sparato in prima pagina come “Le mani sul Vomero” e “Vomorra” per richiamare l’attenzione delle istituzioni e delle forze dell’ordine sulla presenza della criminalità nella zona collinare di Napoli. E ricordo quando, dopo un articolo, ho ricevuto una telefonata da parte di un imprenditore locale che ha usato toni intimidatori solo perché avevo scritto la verità e cioè che la sua attività era finanziata da un’organizzazione criminale. In ultimo, mi piace ricordare che molte pagine di Vomero Magazine sono state dedicate alla denuncia anche di comportamenti sbagliati da parte delle istituzioni che invece di dare il buon esempio troppo spesso fanno esattamente il contrario”.
In questi tre anni di attività è cambiato il rapporto dei lettori nei confronti del giornale?
“Certo. All’inizio c’era un po’ di scetticismo tra le persone. Alcuni pensavano che fosse un giornale che sarebbe durato poco, altri pensavano che alle spalle ci fosse qualche politico. E’ bastato distribuire il giornale e nel giro di pochi mesi tutti si sono resi conto che il giornale è una missione per noi che lo realizziamo e che non c’è censura né alcun movimento dietro Vomero Magazine”.
È stata inaugurata una sede del Vomero Magazine in via Kerbaker. Come mai la scelta di aprire una redazione sul territorio?
“È stata una scelta dettata dal fatto che i nostri lettori ci hanno chiesto insistentemente nel corso di questi tre anni un contatto diretto, la possibilità di dialogare col giornale e non solo attraverso l’e-mail. Si avvertiva l’esigenza di un punto di riferimento per i vomeresi nel loro territorio. Uno spazio in cui incontrarsi e confrontarsi sulle tematiche che riguardano questa zona e su cosa si può fare per rendere migliore il quartiere e valorizzare le realtà presenti al Vomero e all’Arenella”.
Insieme all’apertura della sede al Vomero ci sono altri progetti per il prossimo futuro?
“Si. La sede del giornale Vomero Magazine sarà non solo un luogo in cui verrà realizzata la rivista e dove ci sarà un incontro con la cittadinanza. Questo spazio sarà anche un punto di riferimento culturale e sociale per tutto il quartiere e non solo, abbiamo in mente di avviare un nuovo progetto editoriale ed una casa editrice che consenta ai tanti scrittori e giornalisti in erba di poter valorizzare ai loro talenti. Del resto il Vomero e l’Arenella sono stati due quartieri dai quali sono venuti fuori tanti giornalisti sia nel passato che nel presente. Ecco, vorremmo poter rispondere concretamente alle tante e-mail che ci vengono inviate da ragazzi che vorrebbero iniziare a scrivere e scelgono Vomero Magazine per intraprendere la carriera giornalistica o di scrittori. Ma per fare questo dobbiamo poter offrire un’opportunità concreta a tutti loro”.
Ti ritieni soddisfatto del lavoro fatto in questi anni?
“Si, molto. Ero sicuro che avremmo raggiunto risultati importanti. E siamo solo a metà strada”.
a cura di Claudia Buonfanti
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