Allarme rosso obesità infantile
Il problema dell’obesità infantile si sta diffondendo sempre di più, soprattutto nella nostra regione. Tra tutti i bambini italiani affetti da obesità grave, uno su tre risiede in Campania. Le cause sono diverse essendo un problema di origine multifattoriale, e spesso concorrono e agiscono simultaneamente. La principale causa è sicuramente una cattiva ed eccessiva alimentazione, legata o meno ad una ridotta attività fisica e a fattori di tipo genetico/familiare. Meno spesso l’obesità si lega a problemi di tipo endocrinologico come l’ipotiroidismo e le disfunzioni surrenali. Un comportamento comune a molte famiglie soprattutto del sud, è quello di preoccuparsi quando un bambino mangia poco ed essere sempre pronti a dargli la famosa “bella cosa” appena lui si lamenta o piange. Il cibo, molto spesso “spazzatura”, viene utilizzato quasi come un tasto di spegnimento, un interruttore grazie al quale è possibile mettere fine a tutti i capricci.
Raramente ci si preoccupa se il bambino ha mangiato troppo, pensando che tutto sommato è meglio cosi, nel caso il bambino dovesse mangiare di meno un altro giorno. Un viso più rotondetto ha sempre richiamato l’idea di salute, benessere, dello stare “in forze”.
Forse però c’è bisogno di chiarire i limiti entro i quali siamo ancora davvero considerati in salute. Per questo motivo, per i bambini esistono i percentili. Questi ultimi sono l’unità di misura utilizzata dal pediatra per stabilire come procede la crescita del bambino in peso e altezza. Un altro aspetto assolutamente da chiarire è l’importanza della prevenzione dell’obesità. La formazione delle cellule adipose inizia durante il primo trimestre di vita embrionale e può continuare fino agli anni della pubertà, dopo di che le cellule adipose perdono la capacità di moltiplicarsi e possono solo aumentare di volume. Da adulti ognuno di noi ha un differente numero di cellule adipose, ma aumentando di peso, le cellule adipose possono solo aumentare le loro dimensioni, non il loro numero. Viceversa, perdendo peso con una dieta dimagrante o con l’attività fisica, il numero delle cellule adipose non può diminuire, queste ultime possono solo perdere parte del loro contenuto di grassi. Quindi, quando l’obesità insorge da bambini, troviamo un aumentato numero di cellule adipose (obesità iperplastica), mentre quando il peso aumenta nell’adulto, è presente un aumento delle dimensioni delle cellule (obesità ipertrofica).
È molto semplice capire che è quindi fondamentale cercare di contenere il peso del bambino, prevenendo un sovrappeso. L’obesità, oltre ad essere un rischio per la salute, produce numerosi effetti negativi sull’autostima e sull’immagine corporea del bambino. Chi ne è affetto tende ad isolarsi, a non voler partecipare ad attività con i coetanei, a passare molte ore davanti alla tv e a videogiochi, ad avere scarso impegno scolastico, e a modificare il proprio carattere con conseguente emarginazione per diversità. Oltre ad un alimentazione scorretta e squilibrata, un’altra causa di obesità è la marcata sedentarietà, figlia di uno stile di vita sbagliato che spesso si eredita dai genitori. Per questioni di tempo, di cattiva organizzazione, noia, i bambini vengono accompagnati a scuola in auto, anche se la scuola si trova vicino casa oppure salgono in ascensore perché spesso sono accompagnati dalla mamma carica di tante buste per la spesa. L’attività fisica è di fondamentale importanza per il bambino che cresce, perché oltre ad aiutarlo a dimagrire, lo rende più attivo, contribuendo a distribuire nelle giuste percentuali la massa grassa e la massa magra. Un’altra delle cause dell’obesità è la familiarità. Un’indagine multiscopo realizzata dall’ISTAT nel 2000 mostra che circa il 25% dei bambini ed adolescenti in sovrappeso ha un genitore obeso o in sovrappeso, mentre quando sono obesi o in sovrappeso entrambi i genitori la percentuale dei bambini sale a circa il 34%. Per affrontare il problema dilagante dell’obesità infantile non si può pensare ad una semplice imposizione di uno schema dietetico. Per ottenere un risultato, che sia la perdita di peso o il mantenimento dello stesso, bisogna andare oltre il concetto di dieta. Lavorare sulle abitudini del bambino per modificare il suo stile di vita insano. La modificazione del peso corporeo non può essere l’esclusivo obiettivo. Di fondamentale importanza invece saranno le modifiche dei comportamenti del bambino che contribuiranno ad accrescere il suo livello di autoefficacia, migliorandone l’autostima e rendendo molto più alta la probabilità di mantenersi in forma a lungo.
Dietista Simona Cavallaro
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