Itinerari collinari. Le strade di accesso alla collina del Vomero
Per composizione orografica, la città di Napoli pianeggiante è circondata da alture e colline la cui componente è datata dai passati millenni, da strutture vulcaniche, per cui la città stessa si colloca in immensa caldera dove i bordi sono raffigurati da alture che vanno dai Camaldoli all’Arenella, a Posillipo, comprendenti Capodimonte e Vomero.
Al Vomero, in particolare, le dorsali e i canali scavati nel tufo dai corsi d’acqua, suggerirono ai primi coloni del luogo dei percorsi da e per la città che hanno costituito, nel tempo salite e discese, che arrivando alla città vecchia, attraversavano strade e corsi, viottoli e pedamentine.
Quando il Vomero (XVII sec.)e l’Arenella erano raggiunti da antiche contrade, l’Infrascata (via S. Rosa)da un lato, S. Giacomo dei Capri e Antignano e via Pigna provenienti da Agnano dall’altro, la percorrenza era praticata per lo più con some, ed i vari sparuti insediamenti di nobili e signorotti che anelavano ad una pace campestre, iniziarono a sfruttare timidamente i percorsi “pedemontani”cioè a piedi, sfruttando ciò che la natura dei luoghi invitava a seguire.
Così nacquero le erte del Petraio, della Pedamentina, dei Cacciottoli e di S. Francesco. Di queste salite, discese o calate vi vogliamo raccontare già a partire dal numero di Gennaio 2015 di Vomero Magazine. Questi luoghi sono ricchi di storia napoletana e offrono scorci e paesaggi dal sapore antico che non devono essere dimenticati, anzi la conoscenza delle loro origini e della storia aiuterà le nuove generazioni ad apprezzarne maggiormente il valore e a preservarne la conservazione.
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