“Ponte di via S. Giacomo dei Capri: i soldi ci sono”
Nel numero dello scorso gennaio Vomero Magazine si è occupato, con un lungo reportage, del ponte abbandonato in via San Giacomo dei Capri. Il viadotto, costruito nel 1985 con l’intento di decongestionare il traffico della zona ospedaliera, non è mai stato completato rimanendo, di fatto, un monumento alle opere incompiute. Nel denunciare lo spreco di denaro pubblico, lo stato di degrado in cui versa il ponte e il pericolo che lo stesso rappresenta per l’ incolumità dei cittadini, Vomero Magazine aveva fatto sua la proposta del Presidente della V Municipalità per la riqualificazione del viadotto. In un’intervista rilasciata al nostro giornale, infatti, Mario Coppeto aveva lanciato l’idea di trasformare il ponte in un giardino pensile sulla scorta della Promenade de Plantee di Parigi: un luogo di collegamento pedonale, circondato dal verde, e dedicato all’intrattenimento, all’attività sportiva e, all’occorrenza, alle esposizioni. Coppeto aveva anche immaginato la realizzazione di un concorso di idee, rivolto agli ordini professionali, dal quale potesse scaturire il progetto per il rifacimento del ponte. Nel reportage di gennaio Vomero Magazine aveva sentito l’opinione di alcuni residenti di via San Giacomo dei Capri, i quali, dopo trenta lunghi anni, mostravano voglia di partecipare al processo decisionale di riqualificazione del ponte. Oggi, con soddisfazione, si può ben dire che la denuncia del nostro giornale ha avuto il merito di riaccendere i riflettori mediatici e istituzionali sul viadotto abbandonato dell’Arenella. Qualche tempo dopo il nostro articolo, infatti, del caso si è occupato il giornalista Jacopo Fo sul blog del giornale “Il Fatto Quotidiano”. Rivolgendosi direttamente al sindaco Luigi de Magistris, Fo ha, di fatto, rilanciato l’idea di trasformare il ponte in un giardino sospeso. Sfida raccolta immediatamente dal sindaco di Napoli che, sempre sul blog de “Il Fatto Quotidiano”, ha promesso la realizzazione di un’area verde in luogo dello scheletro di cemento armato, che oggi il ponte rappresenta. Ciò accadeva mentre il Consiglio della V Municipalità approvava, l’otto di aprile scorso, un ordine del giorno in cui invitava l’Amministrazione comunale a redigere un progetto in cui sia contemplato il passaggio pedonale sul ponte e promuoveva un Concorso di idee per la riqualificazione del viadotto rivolto a ordini professionali, realtà sociali e Istituzioni Culturali. Il tutto, ribadiva l’ordine del giorno del Consiglio, previa messa in sicurezza della bretella e dell’area verde.
Sindaco de Magistris, Vomero Magazine ha denunciato lo stato di abbandono in cui versa la bretella di via San Giacomo dei Capri. Che cosa ne sarà, allora, del ponte e in che tempi potrà essere realizzato il progetto di riqualificazione?
“Quando cittadini e giornalisti si occupano della città è sempre una bella notizia. Io credo nella partecipazione dal basso, nella necessità che siano tutti i napoletani a vigilare sui beni comuni, come il territorio. Nel caso del “ponte dell’Arenella” c’era da anni una grande attenzione dei comitati, ma anche da parte delle istituzioni. La buona notizia è che oggi c’è un consenso forte su cosa fare del ponte. Non buttarlo giù – costerebbe troppo in tempo di finanze magre – ma realizzare un progetto di riconversione che ne preveda la trasformazione in luogo di “loisir”: giardini pensili, strutture sportive, belvedere. Le istituzioni hanno dato una linea guida, ma vogliamo che siano i cittadini a proporci la loro idea. Abbiamo lanciato un concorso di idee; il progetto che risulterà vincitore verrà poi messo al bando. Sono fiducioso che i lavori possano iniziare a stretto giro perché il Presidente della Municipalità, Mario Coppeto, con il quale c’è grande sinergia e sintonia, ha già avviato le procedure e ha deciso di impiegare i fondi speciali del Forum Universale delle Culture”.
In che modo pensa di reperire le risorse per finanziare il progetto?
“Ci sono i soldi del Forum, e questo è importante. In generale, stiamo puntando alla partecipazione del privato, che gestisce e manutiene pezzi di beni comuni, in cambio della possibilità di usufruire di spazi commerciali o in vista di un ritorno pubblicitario. E’ il sistema che abbiamo messo a punto con l’affidamento delle aree verdi. Questo meccanismo di incentivi si è rivelato utile e sarà parte del progetto del nuovo ponte dell’Arenella. Sono convinto che se serviranno, i contributi privati non mancheranno. La città risponde sempre quando c’è in ballo il futuro dei nostri figli”.
Dalla costruzione del ponte sono trascorsi ormai trenta anni. Come è stato possibile che siano trascorsi tanti anni nella totale inerzia delle istituzioni?
“Si tratta effettivamente delle follie della burocrazia! Contenziosi negli espropri, contenziosi circa la titolarità delle aree oggetto dell’intervento, veti incrociati, pronunce dei giudici… e il ponte è rimasto lì a metà! Ci sono state negligenze da parte delle Istituzioni? Sicuramente la gestione “cartacea” di archivi e catasti è foriera di intoppi. Basta che manchi una carta e il procedimento si arena. E fra pronunce e dibattimenti, passano decenni. Con la digitalizzazione dei documenti e del catasto, la burocrazia non si fermerà più perché manca una carta bollata. E’ questa la direzione in cui stiamo andando con convinzione”.
La trasformazione in aree verdi di opere pubbliche mai terminate o dismesse può diventare nel tempo una valida alternativa all’abbattimento?
“Sicuramente. E’ da anni che è così. Penso al recupero anche di vecchie fabbriche che rinascono a miglior vita come reperti di archeologia industriale. E’ la strada intrapresa a Londra con la Tate Modern, che sorge in una vecchia fabbrica, e che si è seguita a Bagnoli”.
Dopo l’abbattimento del “mostro” all’uscita della tangenziale all’Arenella, è ora la volta del ponte in Via San Giacomo dei Capri. Che cosa altro c’è da fare per preservare e rilanciare l’identità verde di Vomero e Arenella?
“Non solo l’amministrazione che rappresento ha sbloccato un altro vecchio contenzioso, quello relativo al mostro all’uscita della tangenziale dell’Arenella, favorendone l’abbattimento, ma ci siamo impegnati con convinzione anche nella valorizzazione delle aree verdi: da quando sono sindaco, abbiamo aperto una miriade di orti urbani. Si tratta di esperimenti che favoriamo e che rappresentano la quadratura del cerchio: rigenerazione urbana, ambiente e lavoro in un settore strategico, come può essere quello dell’agricoltura di qualità, dove operano ragazze e ragazzi qualificati e si valorizzano prodotti da agricoltura biologica, enologia e biodinamica, presìdi Slow Food. Ho conosciuto personalmente ragazzi impegnati con noi nella sfide degli orti urbani. Cittadini che prima lavoravano in call center ma che oggi si sentono più realizzati nel portare avanti l’agricoltura urbana. Credo che questa sia la strada da seguire e invito i lettori di Vomero Magazine a inoltrare alla segreteria del sindaco idee o suggerimenti. Il modo migliore di valorizzare è ascoltare i cittadini”.
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