METRO DI SALVATOR ROSA
TRA ARTE E DISAGI
L’uscita sud della fermata della metropolitana Salvator Rosa è chiusa da circa un anno. Molti passeggeri lamentano questo disagio. Non c’è modo di uscire da Battistello Caracciolo (fine via Girolamo Santacroce) e per prendere la metropolitana l’unico sistema è quello di salire in via Conte della Cerra.
Ovviamente stesso discorso per il ritorno dove molti passeggeri preferiscono salire con gli ascensori e le scale mobili fino a Piazza Leonardo per poi camminare in discesa. La situazione è dannosa non solo per i cittadini più anziani che hanno oggettive e legittime difficoltà nel concreto ma anche per la collettività. Infatti, in un periodo di pandemia, sarebbe meglio diversificare le uscite e non affollare gli ascensori della metropolitana con persone che in tempi “normali” preferirebbero dirigersi verso l’uscita sud e a farsi portavoce della situazione è Franco Sessa, rappresentate dei pensionati della zona: “Noi pensionati che abitiamo nei pressi di via Girolamo Santacroce siamo sconfortati. L’ingresso sud sarebbe molto comodo invece dobbiamo subire molti disagi e accedere alla metropolitana per molti di noi è molto faticoso”.
Le spiegazioni di tale disagio sono nelle parole del consigliere comunale Nino Simeone: “Tempo fa c’è stato un cedimento strutturale dovuto ad una perdita di una rete fognaria. Con i lavori di manutenzione straordinaria che ne seguirono la situazione sembrava poter essere risolta”. Resta quindi difficile capire perché il problema persiste. Qualcuno allude alla mancanza di personale, altri ad un ulteriore cedimento. Verosimilmente, come sostiene lo stesso Simeone ciò è dovuto al protrarsi dei lavori.
Un vero peccato per una delle metropolitane più preziose di Napoli. Solo il “mangiafuoco” di Mimmo Paladino, scultura nell’area ludica della stazione, ha avuto un costo di poco inferiore al milione di euro. Inaugurata nel 2001, ben meno celebre delle sue cugine di Dante e di Toledo, conserva nel suo ventre e nella sua area circostante, opere di grande valore. Una stretta collaborazione tra architetti e artisti moderni ha permesso ai passeggeri della metro un’immersione totale nell’arte che circonda non solo la stessa entrata della stazione, ma anche i palazzi circostanti. Qui, infatti, è privilegiato il rapporto con l’esterno.
L’area è contraddistinta dalla presenza di una cappella neoclassica e di un ponte romano che sono stati riqualificati e trasformati in opere d’arte da vari artisti come Mimmo Rotella, Mimmo Paladino, Ernesto Tatafiore, Renato Barisani e Gianni Pisani. I palazzi circostanti raffigurano mediante degli stendardi i panni stesi propri della nostra città e folkloristici raggi di sole colpiscono il palazzo adiacente alla metro che fu abitato da Giovanni Capurro, giornalista e poeta, autore di ‘O Sole mio. È proprio vero che forse a molti di noi basta solo quello.
Riccardo Rubino
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