MAGGIO: IL MESE “MARIANO” E DEL PRIMO MIRACOLO DI SAN GENNARO
Maggio è il mese della primavera e della rinascita, ma per i cattolici ha soprattutto un significato religioso: è il mese dedicato alla Vergine Maria, per questo motivo chiamato anche “Mariano”. In questo periodo sono frequenti i pellegrinaggi, aumentano le preghiere dedicate alla Madonna, si praticano fioretti in suo onore.
Probabilmente questa tradizione ha origini pagane: sin dai tempi dell’antica Roma con l’arrivo della bella stagione, si veneravano le divinità della primavera e della fertilità. Il primo documento cristiano risale solo al 1965, quando Papa Paolo VI pubblica l’enciclica Mense Maio in cui invita i fedeli alla preghiera e alla devozione della Vergine nel mese di maggio.
A Napoli questa tradizione è particolarmente sentita. Molte sono le chiese dedicate alla Madonna tra cui al Vomero l’Immacolata, Buon Consiglio e Santa Maria della Libera. Le attività che si svolgono per devozione a Maria e per avvicinare il popolo a Gesù sono tante, tra cui il rosario meditato, il pellegrinaggio a piedi da Napoli a Pompei e l’8 maggio la supplica alla Madonna di Pompei, un momento molto sentito e partecipato dai fedeli.
“Oggi la Madonna è considerata un punto di riferimento per i napoletani, a lei ci si rivolge per essere ascoltati e aiutati – afferma Padre Massimo Ghezzi della parrocchia di San Gennaro al Vomero -, a Maria si chiede soprattutto di proteggere e sostenere il popolo e le famiglie. La Madonna è un riferimento per tutti noi cristiani. Non sostituisce la figura di Cristo, ma la supporta. In questo periodo nelle parrocchie si sviluppa la devozione soprattutto attraverso la recitazione del santo rosario che diventa la catena dei semplici, la preghiera del popolo e di chi si affida alla Madre”.
Secondo la tradizione maggio è anche il mese in cui si celebra il miracolo di San Gennaro. La parrocchia di Padre Massimo non è l’unica del quartiere dedicata al santo patrono.
La leggenda vuole che una vecchietta di nome Eusebia, nutrice di San Gennaro, ne raccolse il sangue quando il Santo fu decapitato a Pozzuoli. Giunta poi al corteo di Antignano consegnò le ampolle al vescovo e proprio lì, nel cuore del Vomero antico, il sangue si sarebbe sciolto per la prima volta.
Testimone di questo racconto è un monumentino, posto in via San Gennaro al Vomero, nei pressi della Chiesa della Piccola Pompei sulla cui lapide è scritto: “Questa immagine che attraverso i secoli ricordò il primo meraviglioso portento della liquefazione del sangue di San Gennaro qui avvenuta, la delegazione pontificia ricollocò. L’anno del signore 1941.”
Non a caso la chiesa era chiamata in origine Chiesa di San Gennariello, in onore del santo patrono di Napoli. Così si legge nell’opuscolo di Eugenio D’Acunti: “Ci auguriamo che questa piccola chiesa vomerese mantenga sempre quella sua interiore suggestione e quella forte testimonianza cristiana.[…] Continui ad essere, come sempre nel passato, la loro guida verso il bene; la meta per i loro cuori tante volte amareggiati e disorientati da difficoltà di ogni genere; la consolazione e la gioia del loro pianto; il dolce premio della loro vita”.
Laura d’Avossa
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