VIAGGIO CON LA CANZONE E L’ESTRO DI MARIO CAVALLINI
Mario Cavallini, artista puro sangue napoletano. Ha saputo, durante la sua carriera, sperimentare sempre nuovi orizzonti, coniugando la tradizione partenopea, suo naturale humus artistico, alla musica, al teatro, e allo spettacolo, quello che non soccombe al mecenatismo delle mode e che resiste nel tempo. Un percorso artistico iniziato nel lontano 1971, precursore di una napoletanità autentica e mai eccessiva.
Come nasce la tua passione per la musica, in particolar modo per quella napoletana?
Nasce grazie all’influenza della mia famiglia. Mio padre amava soprattutto la musica classica napoletana, soprattutto Sergio Bruni. La mia carriera artistica nasce al teatro Posillipo, dall’intuizione di Mauro Nardi.
Qual è la cosa che ti rende più fiero del tuo percorso musicale?
Non c’è una cosa in particolare. Tutto ciò che ho fatto è stato fonte di soddisfazione e crescita professionale. Ma sicuramente esibirmi a teatro resta la cosa che mi emoziona di più. Ho avuto la fortuna di incontrare sulla mia strada artisti che hanno creduto nel mio potenziale come Angelo De Pompeis.
Raggiungere un proprio stile e una propria identità, quanto è importante per un cantante?
Per quanto mi riguarda è essenziale. Ho sempre voluto cantare il repertorio della canzone classica napoletana che rappresenta uno dei punti d’eccellenza della canzone italiana, divenuta nel corso degli anni simbolo dell’Italia musicale nel mondo. Solo in occasione della mia partecipazione a Buona Domenica e di un tour in Spagna mi è capitato di cantare canzoni in lingua e di respirare aria internazionale. Alla fine, comunque, il mio cuore mi ha sempre riportato alle origini.
Cosa pensi della situazione affrontata dagli artisti durante la pandemia?
Le conseguenze sono state drammatiche per l’intero mondo dello spettacolo, soprattutto per quello “nascosto”, per chi lavora “dietro le quinte” e per quegli artisti che non hanno la possibilità di fermarsi. La speranza è che si possa tornare presto a calcare le scene, ridando al pubblico quel pizzico di gioia e spensieratezza che manca tanto a tutti.
Quali sono i tuoi prossimi impegni artistici?
Sto registrando dei brani classici napoletani per un progetto con Pasquale Scialò, docente di musicologia all’università Suor Orsola Benincasa. La pandemia ci costringe a trovare delle alternative, ma con la tecnologia non ho un buon rapporto. Spero di riprendere, invece, il Tour costiero “Bateau Mouche” per continuare ad intrattenere il pubblico con l’interpretazione delle canzoni racchiuse nel disco ”Bateau Naples” inciso insieme al soprano Miriam Artico.
Alessandra Nespolino
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