STAZIONE MARITTIMA: I PROGETTI DI RILANCIO
INTERVISTA A TOMASO COGNOLATO AD TERMINAL SPA
“Siamo passati da un 1,4milioni di crocieristi del 2019 ai 28mila del 2020”. I numeri della crisi del settore sono impietosi e ce li racconta Tomaso Cognolato amministratore delegato di Terminal SPA – Stazione Marittima di Napoli. “Avevamo un previsionale che nel 2020 indicava 1,6 milioni di passeggeri, sarebbe stato il record storico per la città di Napoli…poi è arrivato il Covid”. Una situazione di emergenza che permane senza sosta. “Prevediamo qualche segnale positivo solo nella seconda metà dell’anno. Realisticamente nel 2022 dovremmo avere canoni più alti, ma una ripresa si potrà avere solo nel 2023. Oggi viviamo quasi in un deserto. Fino a giugno non c’è praticamente nulla”. Il mondo crocieristico ha provato a reagire: MSC propone una unica crociera da Napoli, mentre Costa dovrebbe ripartire proprio a marzo. Ma manca la fiducia dei passeggeri nonostante tutti i provvedimenti di sicurezza che le compagnie hanno adottato. “La Stazione Marittima applica protocolli e procedure per limitare al massimo la diffusione di un eventuale contagio – prosegue Cognolato –, siamo trai pochi ad avere ottenuto la Bio Safety Trust Certification. Una Certificazione che garantisce la maggiore sicurezza possibile sia per dipendenti che per visitatori e crocieristi. Oggi la hanno solo Costa, GNV traghetti, Trenitalia e pochi altri. Tra i Terminal Crocieristici ci siamo mossi per primi. È uno dei sistemi migliori per dare serenità e far ripartire un ingranaggio che sta vivendo grandi difficoltà”. Ma si lavora già per il futuro, per il momento in cui le attività potranno riprendere il loro ritmo naturale. “Abbiamo idee basate su due piani di lavoro per creare un polo attrattivo all’interno della Stazione Marittima. Usare il food come attrattore proponendo un’offerta molto variegata, non la solita cuopperia o pizzeria, eccellenti, ma già molto presenti sul territorio. Ma proporre tavoloni, con finger food, cibo internazionale, che strizzi comunque un occhio alla tradizione. In contemporanea destinare alcune aree a punti culturali per organizzare mostre. Ad esempio, esposizioni di reperti archeologici ritrovati durante i lavori di scavo della metropolitana oppure utilizzando gli straordinari reperti in esubero che non trovano collocazione espositiva al Mann”. L’obiettivo è quello di rendere viva e disponibile anche per i napoletani la Stazione Marittima, non solo per i viaggiatori. “È in una posizione strategica in piena città facilmente raggiungibile e con ampi spazi, un luogo da far vivere a tutti, ma bisogna lavorare. Si dovrebbe sfruttare anche lo spazio all’aperto. In assenza di navi, ad esempio in bassa stagione, si potrebbero utilizzare i luoghi sotto le pensiline per organizzare apertivi o piccoli concerti. Insomma, attività che permettano una fruibilità sana e intelligente del luogo, senza aggiungere caos a caos in periodi di grande affluenza”. Resta la crisi del settore fieristico-congressuale. Le poche salette prenotate vengono pian piano disdette. Per vedere qualche fiera medio grande, sperando possano essere realizzate, bisognerà aspettare almeno settembre. “L’idea è anche quella di ispirarsi a realtà internazionali di successo come il mercato di San Miguel di Madrid o il Chelsea Market di New York che rivaluta i magazzini portuali inserendo ogni tipo di negozio, prettamente food, e organizzando eventi”. Il porto è parte integrante della città ed è a disposizione dei cittadini, le istituzioni devono fare la loro parte rendendo fruibile, ad esempio, l’accesso, migliorando la viabilità e i servizi di trasporto pubblico. I progetti ci sono! A pandemia terminata, finalmente potremo avere una risorsa rinnovata per rendere più attrattiva la città.
GIUSEPPE PORCELLI
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