KOBE PARK UN ANNO DOPO
I CITTADINI A DIFESA DEL PARCO CHE SOFFRE PER MANCATA MANUTENZIONE
Proprio come l’incipit di una classica parabola sportiva, la storia del parchetto di via dell’Erba è lunga, travagliata e caratterizzata da tanti sacrifici. È passato un anno circa da quando il campo da basket di Montedonzelli è stato rimesso a nuovo per celebrare la scomparsa di Kobe Bryant, uno dei più grandi atleti che la pallacanestro abbia mai avuto. Nel 2018, infatti, il parco era stato chiuso dopo la segnalazione dell’accumularsi di montagne di rifiuti e del protrarsi di atti vandalici, rimanendo, così, abbandonato per ben due anni. Soltanto grazie all’iniziativa personale di Nick Ansom, che si occupa con Venice Ball di far risorgere i playground in giro per il mondo, e alla collaborazione di associazioni e cittadini volontari, il campo è riuscito ad acquisire un nuovo volto, guadagnandosi l’attenzione dei media sportivi internazionali. Il murales di Jorit, l’evento con la nazionale italiana al completo, l’impegno preso dalle istituzioni: tutti segnali che facevano ben sperare nella definitiva rivalutazione del parco. Eppure, nei mesi seguenti, anche a causa del duro periodo del lockdown, lo spazio è ritornato ad essere trascurato e quindi inagibile. Così, stanchi di subire l’ennesima sconfitta sociale, i cittadini della zona hanno deciso di prendere in mano la situazione e, in un contesto dominato dalle strutture private, hanno unito le forze con l’obiettivo di restituire dignità a uno dei più importanti spazi pubblici del quartiere Arenella. Questa è la missione del Comitato Kobe Park, che, in mancanza di enti dediti alla gestione del parco (poiché la Napoli servizi è incaricata dall’Anm solo per l’apertura e la chiusura di quest’ultimo), ha iniziato a portare avanti molteplici iniziative. Una di queste è quella di aderire ad “adotta un’aiuola”, che consente a privati cittadini di prendersi cura di un’isola verde. Il Comitato, inoltre, ha coinvolto ragazzi e street artist per la realizzazione di murales sulle pareti fatiscenti e ha iniziato ad avvalersi dell’aiuto di associazioni no profit. Una di queste è quella dei Charlatans, nota per le iniziative benefiche che consentono la diffusione della pallacanestro tra i bambini di ogni appartenenza sociale. Queste collaborazioni hanno consentito l’ottenimento di maggiori risorse, indispensabili per la realizzazione futura di vari progetti: primo fra tutti costruire un’area skate per ragazzi. Una delle ultime iniziative, invece, ha visto coinvolti i giovanissimi scout del C.N.G.E.I di Napoli, i quali si sono occupati della pulizia delle aree del parco. Non bisogna dimenticare, infatti, che quest’ultimo presenta molteplici criticità. Buche e tubi di ferro sporgenti sono una chiara manifestazione della mancanza di cura nel corso dei mesi. Il Comitato, pur occupandosi in maniera esclusiva della gestione del parco, non ha ancora ottenuto formalmente la concessione dell’area, che è stata richiesta da mesi e che renderebbe legittime tutte le operazioni dedite alla sua tutela e valorizzazione. A doversi occupare del campo con attività progettuali e di impulso, così come sottolinea l’assessore allo sport del Comune Ciro Borriello, è la Municipalità che, però, non ha risorse sufficienti. Il Comune quindi deve sopperire in caso di inerzia, in particolare è intervenuto per garantire la sicurezza. Inoltre, il Comune riconosce i meriti delle associazioni e del Comitato, con cui dichiara di essere in trattativa pur non essendo ancora avvenuta una formalizzazione. Ancora una volta si ha la dimostrazione che la risorsa più grande di un territorio sono i suoi abitanti. Aggrappandosi al proprio spirito di iniziativa e guidati dal rispetto per il bene pubblico, tutti coloro che frequentano il Kobe Park hanno intenzione di farlo tornare a splendere. E non è di certo un caso se tutto ciò parta da un ambiente permeato dalla cultura sportiva e da quelli che sono i suoi più grandi valori: la tenacia, l’impegno e la solidarietà.
Gabriele Russo
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