SAN MARTINO: IL BELVEDERE NEGATO
È il luogo per eccellenza dove fare una passeggiata romantica, dove affacciarsi con la fidanzata per ammirare un panorama unico, per bere una birra con gli amici. Per adulti, anziani e ragazzi. È un simbolo della città. È, oggi, il simbolo dell’inefficienza e dell’indecenza della gestione di quel luogo. In qualsiasi parte del mondo, anche solo una piccola pietra smossa, avrebbe fatto scattare un intervento di urgenza per rimettere tutto in sesto ed evitare danni maggiori. È inutile parlare delle intemperie. Il maltempo di questi ultimi giorni da solo non avrebbe causato nessun danno se non avesse colpito, nel suo cuore, la mancanza assoluta di ogni tipo di prevenzione o manutenzione. Almeno un intervento per il ripristino, per frenare un’emorragia…ma niente. Istituzioni, soprintendenza, Ministeri latitano rimbalzandosi colpe.
E l’affaccio di San Martino, pericolante, continua a perdere pietre e parte della sua storia. L’intervento, necessario, di transennare quell’angolo incantevole, è un’offesa alla popolazione e alla cultura. Basta, poi, volgere le spalle a quell’affaccio per cadere nell’assoluto sconforto e ammirare lo scempio dei barbacani…messi lì a sostegno di un muro pericolante del Castel Sant’Elmo, da oltre sei anni. Quasi come se fossero diventati parte integrante di quel pezzo di storia. Immobili, un monumento all’incapacità. Fermi per farci ricordare l’inefficienza di chi dovrebbe proteggere il suo patrimonio. Solo lamentele e responsabilità scaricate da un ente ad un altro. In questo caso dovrebbe essere la Regione, proprietaria del monumento, ad intervenire.
L’assessore al demanio e al patrimonio della Regione, Antonio Marchiello, vomerese, si è mostrato attento alla questione, ma, per ora, non si muove nulla. L’angolo che porta alle scalette di San Martino, ha una doppia transennatura: quella sul Belvedere, guai ad appoggiarsi potrebbe cadere tutto il muro, e quella nella strada sottostante. Innumerevoli le segnalazioni alle Istituzioni, susseguitesi negli anni, per comunicare il pericolo di caduta di pietre. La soluzione? “Girateci intorno”, il passo successivo? “Non passateci più”. Il Comune fa sapere, attraverso l’assessorato di Alessandra Clemente, di aver ordinato un report sui dissesti e che presto si procederà all’esame delle criticità. Ma non c’è più tempo da perdere. Magari si potrebbe sfruttare la desolazione di un periodo come febbraio, peraltro in piena pandemia, quando non c’è nemmeno l’ombra di un turista. Sarebbe il momento più ovvio e opportuno per sistemare in maniera sostanziale il Belvedere, non per metterlo solo in sicurezza e rattoppare. Solo così si potrà tornare a dire: lì puoi vedere il Chiostro di Santa Chiara, quella è Piazza Dante, se sposti lo sguardo ancora un po’ potrai vedere…
Giuseppe Porcelli
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