FU SERA E FU MATTINA
-a cura del direttore Giuseppe Porcelli-
Un buon libro, anche leggero, può essere di compagnia e di svago in questi giorni ricchi di preoccupazione per il presente e per il futuro. Giorni ricchi di incertezze e di limitazioni. Dove il consiglio più frequente che si riceve è quello di stare a casa il più possibile. Quindi, riprendendo il titolo dell’ultimo bestseller di Ken Follet, “Fu sera e fu mattina”, si può riassumere una situazione, quella attuale, dove l’impegno di ognuno è il miglior modo per uscire dalla crisi, per “passà a nuttata”. Una crisi che abbraccia, in realtà travolge, tutti gli ambiti economici. Che piega alla sua forza il commercio, l’industria, il turismo e chi più ne ha più ne metta. Dove scalpitano per conservare e offrire alla gente il loro spazio, realtà che, nonostante mille difficoltà, continuano ad essere un riferimento per il vivere civile. Pensiamo ai parchi verdi, così essenziali, nonostante i grandi limiti come la Floridiana o il Bosco di Capodimonte che rappresentano una valvola di sfogo, una possibilità di sfuggire alla città rimanendo in città. È uno degli aspetti positivi che ci piace evidenziare per evitare il prevalere assoluto dello sconforto nel corso di una battaglia dura. Difficile da affrontare, difficile da accettare sia per la tenuta del nostro sistema sanitario, sia per la tenuta della quiete sociale. I napoletani, ma gli italiani e gli europei in genere, sono sottoposti ad una nuova prova. Nel corso del primo lockdown il nostro territorio ha mostrato una popolazione impaurita, ma rispettosa. Ora c’è una popolazione timorosa posta tra due fuochi. Nessuno dovrebbe essere messo di fronte al dover scegliere tra la salute e la povertà, ma oggi, sembra ancora non esserci via di uscita. Bisogna salvaguardare la salute per ripartire, prima possibile, pianificando il futuro. Adesso.
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