Lo psichiatra D’Urso: nella Fase2 aumentate le richieste di assistenza
Due mesi di clausura: paure e fobie
Paura di uscire, di relazionarsi con altre persone, ossessione per l’igiene. Queste sono solo alcune delle conseguenze psichiatriche che l’emergenza covid-19, con i due mesi di clausura e il lockdown, hanno creato in numerose persone. Un effetto ulteriore della pandemia destinato a procurare danni per un tempo ancora indefinito. “I malati Covid, ricoverati al II Policlinico – ci racconta Giordano D’Urso, psichiatra specialista presso il Nuovo Policlinico – Federico II – hanno avuto un costante bisogno di assistenza. Già era difficile convivere con la malattia e le paure, figuriamoci farlo da soli, senza contatti umani.
Il nostro intervento consisteva nel fornire assistenza attraverso un interfono e alcuni schermi video. Una situazione difficile che ha creato disturbi anche in chi non aveva nessuna storia di patologia psichiatrica”. Stravolti i percorsi di accesso, con ingressi “solo Covid”, la struttura è arrivata ad accogliere circa 30 malati coronavirus. “È capitato che abbiano avuto reazioni deliranti, stati confusionali, si strappavano le flebo o le vesti – prosegue il Professor D’Urso –, in alcuni casi è stato necessario sedarli”.
D’Urso, diploma al Sannazaro e, dopo la laurea, studi alla Columbia University negli Stati Uniti, racconta una realtà difficile. “Un antico detto raccontava che ‘i nevrotici durante la guerra guariscono’. È una semplificazione, ma non tanto lontana dalla realtà. Alcuni pazienti, infatti, durante il lockdown, hanno vissuto una specie di sospensione, costretti a casa, magari insieme ai loro cari, senza alternative, hanno avuto sintomi meno gravi.
Purtroppo, però, con l’inizio della Fase2, si è manifestato una sorta di effetto rimbalzo, i sintomi si sono rimanifestati, spesso in maniera ancora più forte. Sono, infatti, aumentate le richieste di assistenza sia pubbliche che private”. D’Urso racconta che uno dei problemi principali è stata la cosiddetta deprivazione relazionale, ma grossi stress sono stati causati anche dai timori economici e le situazioni più gravi si sono manifestate dove non c’erano condizioni familiari serene. Non sono mancate situazioni di assoluta tranquillità, di chi si è potuto dedicare di più ai propri cari, alla casa o agli hobby, tutti elementi che possono aiutare nella riconquista di una serenità psichiatrica. “Tra i rimedi a disturbi ossessivi compulsivi, depressione o autismo, sto utilizzando nuove tecniche terapeutiche che hanno portato importanti risultati. Al Policlinico siamo riusciti a prendere una macchina TDCS che prevede una stimolazione elettrica costante molto lieve. Mentre, privatamente, abbiamo iniziato ad utilizzare uno strumento che sta ottenendo ottimi risultati anche nella lotta alla dipendenza da cocaina, la TMS (Stimolazione magnetica transcranica), una tecnica non invasiva di stimolazione elettromagnetica, che negli Stati Uniti è adottata dal 2008, mentre in Italia la troviamo solo in strutture a Milano, Siena e Roma.
Una valida alternativa ai farmaci e un supporto alla psicoterapia”.
Giuseppe Porcelli
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