Tetris Urbano: la street art incontra i videogiochi
L’artista Ruben D’Agostino, ispirato dai rattoppi di via Massimo Stanzione, ha riprodotto il famoso gioco degli anni ’80
Nella prefazione dell’opera The Picture of Dorian Gray, Oscar Wilde affermava la perfetta inutilità dell’arte: si tratta di un passaggio che va certamente contestualizzato nella poetica del celebre scrittore, oltre che nelle riflessioni teoriche dell’epoca. L’arte svolge, infatti, numerose funzioni, la più ovvia delle quali è migliorare il mondo che ci circonda: preso atto di qualcosa che l’occhio percepisce come sgradevole, l’artista ricorre alle sue capacità e alla sua ispirazione per renderlo più piacevole.
Tale è il processo che ha portato l’artista vomerese, Ruben D’Agostino, a concepire la sua opera Tetris Urbano. “Trovandomi a via Massimo Stanzione ho notato come i rattoppi bituminosi sul marciapiede, all’altezza del civico 18, assomigliassero ai pezzi del celebre videogame Tetris, e ho provato a immaginare come sarebbe stato rendere il tutto simile a una videata del gioco”, ci racconta l’autore subito dopo aver terminato il suo lavoro. D’Agostino ha, quindi, presentato il suo progetto alla V Municipalità, che lo scorso 19 maggio lo ha approvato all’unanimità, e il successivo 29 giugno sono iniziati i lavori, durati alcuni giorni. Molto soddisfatto l’artista, che ha ringraziato Federico la Motta, finanziatore del progetto, Roberto Crispino che ha seguito l’iter burocratico di Tetris Urbano, e il curatore Diego Ciccolella.
“L’arte deve parlare a tutti – ha concluso D’Agostino – e per fare ciò necessita di linguaggi universali, comprensibili non solo da un ristretto numero di accademici, ma anche e soprattutto dall’uomo della strada. Schopenhauer riteneva che l’arte offrisse sollievo ad alcuni uomini, ma concedeva ben poche speranze alle masse incapaci di apprezzarla. In tal senso, non potrei essere più in disaccordo: l’arte deve essere al servizio di tutti”.
Gabriele Basile
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