Giancarlo De Cataldo incontra Napoli
Ospite alla Mondadori rione alto per i ritratti in giallo
Scrittore, sceneggiatore e magistrato, Giancarlo De Cataldo ha portato alla luce le vicende noir di un’Italia vera. La realtà che, da dietro la corte d’Assise, ha potuto osservare e vivere con i suoi occhi. «Non saprei dire se sono nato prima io o prima la mia passione della scrittura». Così, in occasione del primo di una serie di ‘Ritratti in Giallo’ organizzati presso la libreria Mondadori Rione Alto di Fabio Rocco, De Cataldo ha raccontato la nascita del suo amore per la penna, partendo dai suoi ultimi lavori ‘Quasi per Caso’ e ‘Alba Nera’. Nonostante le ottime trasposizioni in film di cui è stato sceneggiatore, e il suo amore per il cinema, si sente più uno scrittore che un narratore per immagini: «Ricordo che, da bambino, dopo aver visto un film sui pirati, tornai a casa e scrissi un racconto che li vedeva protagonisti». Il desiderio di raccontare storie, piene di avventura e sentimenti, si è poi affinato e gli ha permesso di dare vita a opere come “Nero come il cuore”, “Romanzo Criminale” e “Suburra”. «Giancarlo trasforma il romanzo nero italiano nel racconto violento della parte oscura che c’è nella vita di chiunque, ogni giorno», ha spiegato Maurizio De Giovanni, mostrando una grande stima per il romanziere. Proprio con l’autore partenopeo e con Maurizio Carlotto, De Cataldo ha scritto ‘Sbirre’, una serie di racconti che hanno come protagonista le donne in divisa. Da questa antologia è nato lo spunto per creare il personaggio di Alba, la controversa investigatrice protagonista di “Alba Nera”. Con le stesse qualità di un leader politico, un campione sportivo e un serial killer, la poliziotta rappresenta la costante battaglia tra etica e ambizione tipica dei giorni nostri. Alba, però, non è che la punta dell’iceberg di una serie di personaggi affascinanti quanto spaventosi. Ad esempio, il protagonista di Suburra, Aureliano, è riuscito ad entrare nel cuore di lettori nonostante i crimini commessi. Ma proprio questa cura dei dettagli ha sollevato le critiche di professionisti e non. «Se volete che la gente smetta di identificarsi con i criminali, fatela vivere meglio» scrive De Cataldo, ricordando che non sono gli autori a trasformare i malavitosi in eroi, ma i lettori. Tra adulazioni e critiche, non sono mancate le notizie false che, filtrando il lavoro degli scrittori, modificano la realtà dei fatti. Una notizia, però, sembrerebbe essere vera: il romanziere, con De Giovanni e un altro autore di cui ancora non si conosce l’identità, sta lavorando ad una storia ambientata a Napoli. Il teatro degli eventi si sposta, quindi, dalla sua Roma alla città partenopea, di cui De Cataldo si dice innamorato. I lettori napoletani non possono fare altro che scalpitare quando uno scrittore, che è capace di scavalcare la balaustra, aprire la gabbia e osservare la realtà da vicino, racconta la loro città.
Cesare Bianchi
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