Tutti i pericoli di TikTok, il nuovo social che impazza tra i giovani
Clip musicali e filtri spettacolari, ma attenzione agli effetti collaterali
Per la prima volta un social network cinese diventa globale, potendosi insinuare nelle abitudini dei giovani e utilizzare i loro dati personali. In TikTok gli utenti possono creare brevi clip musicali, aggiungere filtri ed effetti spettacolari ma, come accade per analoghi social, possono nascere importanti problemi: disinformazione, violazione della privacy, rischi per la reputazione personale o pericoli per la sicurezza. Al momento, 12 milioni di video vengono pubblicati ogni giorno, in tutto il mondo. La crescita della sua popolarità ha destato preoccupazione in Facebook, maggior social network mondiale, che ha risposto con due applicazioni denominate “Lasso” e “Reel” per Instagram. Ma chi c’è dietro TikTok? Nel 2017 l’azienda cinese ByteDance, acquista Musical.ly per 750 milioni di euro; nel 2018, unisce TikTok a Musical.ly, creando un unico bacino di utenza da 800 milioni di utenti. Nonostante TikTok si impegni a creare “un ambiente online sicuro, sano e positivo”, il Governo americano ha dato mandato al CFIUS (organo di valutazione dei rischi per la sicurezza), di esaminarne la pericolosità. Secondo il giornale inglese The Guardian, TikTok sarebbe veicolo di politica estera del governo cinese, censurando, per esempio, i contenuti delle proteste a Hong Kong. Il Washington Post ha notato che, inserendo nella piattaforma l’hashtag “Trump”, escono soprattutto contenuti della sua campagna elettorale vinta nel 2016.
L’azienda cinese risponde che il social serve solo per intrattenimento e non per far politica. Tuttavia, senza andare troppo lontano, Matteo Salvini, tra i leader europei più social, è presente anche su TikTok, con oltre 140mila followers. Da parte loro, i giovani utenti di TikTok (sull’esempio delle “sardine”) protestano contro l’invasività della comunicazione politica attraverso i social ed il “vecchio” che vuol sembrare giovane. Le piattaforme social non sembrano dunque indicate per esser frequentate in autonomia dai nostri piccoli. Occorre attenzione quando chiedono di utilizzare telefoni cellulari, tablet o pc; impostare il controllo parentale, limitare la visualizzazione di determinate pagine Web dai contenuti inappropriati e impedire il download di applicazioni pericolose. Malgrado il notevole “digital divide” italiano (divario tra chi ha accesso alle tecnologie e chi ne è escluso), occorre diventare utenti informatici più evoluti, perché i rischi non provengono più solo dal classico “orco” in carne e ossa, ma anche da reti virtuali, dove si annida il “marcio” delle sottoculture contemporanee.
Marcello Ricciardi
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