La voce d’autore di Barbara Buonaiuto
di Manuela Ragucci
“L’artista vomerese, vocalist per Arbore, si racconta”
Barbara Buonaiuto, una voce soul dall’animo rock tra il Golfo di Napoli e orizzonti lontani… sempre con il vento in poppa.”Un sorriso che incanta ancor prima di conoscerla, una voce che ti lascia senza fiato quando intona le prime note di una canzone, e poi il fascino di una bellezza mediterranea dagli occhi di velluto e il carattere forte di una donna che lotta ogni giorno per conquistare i suoi meritatissimi successi. Questa è Barbara Buonaiuto, nota vocalist dell’Orchestra Italiana di Renzo Arbore, vomerese doc, che da buona napoletana coltiva due grandi passioni, la musica e il mare.
Quando è nata la tua passione per il canto?
“Non saprei rispondere…canto da sempre. Sin da bambina, sai le sigle dei cartoni, le filastrocche e quant’altro. Diciamo che ne ho preso consapevolezza verso i 13 anni; un’estate partecipai ad un gioco a squadre nel quale una delle prove era una gara di canto. La squadra scelse me. Mi ritrovai nella piazza del paese a cantare “Non voglio mica la luna”, accompagnata gentilmente alla tastiera dal pianista dei Dik Dik che si sarebbero esibiti quella sera stessa, e vinsi. L’autunno successivo decisi che volevo fare la cantante”.
Parlaci del tuo incontro con Arbore
“E’ avvenuto nel ‘94… Lui cercava una cantante che prendesse il posto di Francesca Schiavo nell’Orchestra Italiana. Io ero molto amica di Beniamino Esposito, “quello con la bandana” che cantava Sarracino e che, purtroppo, è scomparso tragicamente. Abbiamo suonato insieme nei locali per molto tempo. Benji mi fece sapere dei provini, ma non fu così immediato. Dopo l’audizione Renzo mi volle conoscere di persona. Ci incontrammo tre volte (probabilmente voleva capire che persona ero) prima di sapere che ero stata scelta come solista femminile; notizia che giunse lo stesso giorno della laurea”.
Diciotto anni con l’Orchestra Italiana? Qual’è il concerto che ti ha emozionato di più?
“Il concerto che mi ha emozionato di più? Vari direi… Quello alla Royal Albert Hall a Londra, all’Olympia di Parigi, a Positano con Ray Charles, e ogni volta che mi esibisco nella mia città… ma ce ne sarebbero tanti altri. Ad esempio l’esibizione che ho fatto a Varsavia, da sola, per la beatificazione di Giovanni Paolo II, in una scaletta nutrita da artisti di fama internazionale. Prima di me c’era Richard Galliano”.
La musica ti ha fatto conoscere nuovi paesi, quale ti è rimasto nel cuore?
“Questa è una domanda troppo difficile. Il mondo è bellissimo e ho avuto la fortuna di toccare tutti i continenti, tranne i Poli… L’Australia è stupenda, ma anche il Giappone, il Sud America, ma il paese che mi è rimasto più nel cuore è la Cina. Una terra e un popolo magnifici. Sono stati venti giorni meravigliosi. E’ il viaggio che consiglio a tutti, sempre”.
Qual’è la canzone che ancora non hai interpretato ma vorresti cantare?
“Più che una canzone, un repertorio… Il mio animo è rock! mi sto attrezzando”.
Parliamo del tuo progetto da solista. Cosa bolle in pentola ?
”Il 7 dicembre mi sono esibita al Trianòn con uno spettacolo che si chiama “Napulitanata”. E’ uno spettacolo di classici napoletani, come si intuisce dal nome, ma la scelta dei brani non è stata scontata. Ho voluto ripercorrere un po’ la mia storia musicale e mi sono fatta aiutare da Paola Tortora di Vintulera Teatro per la regia e le coreografie, e grande sostegno mi è arrivato da Carmine Bonanni, il mio addetto stampa. Volevo che fosse uno spettacolo teatrale, non solo un concerto; e visto che era la mia storia, e visto che vengo dalla musica internazionale, c’è stata anche una digressione verso altri paesi. Ero ovviamente emozionatissima, spaventata e adrenalinica…. Ho provato una grande responsabilità, artistica e professionale. il Trianòn è il teatro della canzone napoletana e anche se faccio concerti di classici napoletani da solista da quando sono entrata nell’Orchestra Italiana di Renzo Arbore, questo è stato un vero e proprio debutto. Intendo dire che solitamente ho cantato per eventi, manifestazioni, ecc. Questa è stata la primissima volta che ho fatto parte del cartellone di una stagione teatrale. Ho la fortuna di accompagnarmi a ‘Napoli Virtuosa’ un ensemble di musicisti eccezionali (Claudio Catalli alla fisarmonica, Roberto Giangrande al contrabbasso, Michele Montefusco alla chitarra, Peppe Sannino alle percussioni e Nunzio Reina al mandolino), la maggioranza dei quali viene come me dall’orchestra di Renzo Arbore, sui quali posso contare da tutti i punti di vista: sono dei veri professionisti oltre che degli amici…. Per il futuro progettiamo un disco, ma è una sorpresa”.
Barbara e il mare. Una grande passione quella per la vela. Com’è nata?
“Anni fa mi sono trovata a fare il trasferimento di una barca da Formia a Napoli. E’ stato amore a prima vista! Così ho deciso di prendere lezioni di vela e sono approdata alla Lega Navale che sapevo essere la migliore tra i circoli velici. Era il ‘95. Ho poi scoperto che non era un circolo ma un’associazione, ne ho molto apprezzato lo spirito e il livello didattico. Ho cominciato con il corso di avvicinamento dove ho avuto la grande fortuna di conoscere Romolo Maiello che da istruttore e maestro è diventato mio fratello putativo. Ha fatto crescere in me la passione per questo sport e per tutto quello che gli ruota intorno umanamente. Quello che so lo devo a lui. Che emozioni mi da? a parte il divertimento e l’adrenalina durante le regate, la cosa che maggiormente mi emoziona è il momento in cui issi la randa, spegni il motore e nel silenzio rotto solo dalla musica del vento e delle onde, miracolosamente, la barca naviga… e ci sei solo tu, il cielo e il mare”.
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