In Tribunale manca personale
Ferrara: dopo 43 anni lascia la magistratura
Processi più brevi, ma persistono troppi arretrati
Ettore Ferrara, 68 anni, lo scorso primo luglio ha presentato le dimissioni da Presidente del Tribunale di Napoli, che guidava dal novembre 2014. “Lascio la magistratura dopo 43 anni di impegno, che mi ha fatto assumere responsabilità di rilievo nazionale. Ho destinato le mie migliori energie agli uffici giudiziari napoletani, in particolare dal 1980 al 1998, dividendomi tra Tribunale e Corte d’Appello partenopee”.
Nella sua carriera ha ricoperto prestigiosi incarichi anche fuori dalla magistratura: tra il 2006 e il 2008 è stato a Capo dell’Amministrazione penitenziaria, e capo di gabinetto del Guardasigilli Mastella, durante il Governo Prodi, mentre dal 1998 al 2002 ha ricoperto il ruolo di Consigliere CSM. È stato anche Consigliere di Cassazione.
Sull’attuale condizione della giustizia napoletana afferma: “si è ridotta la durata dei procedimenti. Nel settore penale, si sono ridotti i tempi di definizione della fase cautelare. Tuttavia, persistono arretrati”.
Quali le cause di questo ingolfamento?
“Dipende, talvolta, da un esercizio velleitario dell’azione penale da parte di alcune Procure, sulla base di notizie di reato, che si rivelano infondate. Talaltra, da carenza di Cancellieri; presso il nostro Tribunale, rispetto a una pianta organica di 860 dipendenti, ne manca 1/3”.
Va inoltre stigmatizzato l’uso di tecniche difensive dilatorie, (ad esempio, mediante avvicendamento strumentale dei difensori degli imputati) che determinano una distorsione giurisdizionale, nota come “abuso di processo”.
C’è anche carenza di magistrati?
“Sì, ciò dipende anche dalle richieste di trasferimento, che riducono l’organico locale, ma hanno anche ulteriori effetti negativi.
In caso di mutamento del Collegio giudicante, diventano inutilizzabili le fasi processuali precedenti. Bisogna limitare la rinnovazione del dibattimento, e rifiutare le richieste di mobilità indirizzate al CSM, quando il Giudice abbia in incarico processi di particolare importanza, che altrimenti possono concludersi con la prescrizione dei reati”.
Quali i successi del nostro Tribunale?
“In particolare, l’informatizzazione del processo civile. Nel settore penale, l’informatizzazione è più lenta, a causa dei diversi soggetti coinvolti nel procedimento, che talvolta prende le mosse da informazioni e documenti acquisiti da Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza etc, per cui dovrebbero essere interamente informatizzati anche i loro archivi”.
Come “giudica” il Vomero?
“Risiedo nel quartiere dal ’59; la sua vivibilità è più che accettabile, ma i problemi non mancano. Bisogna mantenere alta l’allerta sociale, non cedere alle intimidazioni, stimolare l’azione congiunta di scuola, famiglie, istituzioni, associazioni, per incrementare il senso civico nella gioventù. Occorre denunciare i fenomeni di illegalità, le babygang, estorsioni e microcriminalità di strada”.
Per arginare la devianza giovanile sarebbe utile istituire una ZTL nei weekend?
“Sarebbe un valido deterrente”.
Che ne pensa della ristorazione da asporto o “street food”?
“Tali esercizi, privi di sala e posti a sedere interni, purtroppo, contribuiscono alla sporcizia nelle strade, spesso anche per inciviltà dei clienti che vi si affastellano all’esterno”. Senza dimenticare che proprio a causa del bivacco all’esterno di questa nuova forma di fast food, che si consuma in piedi o nelle auto parcheggiate selvaggiamente in seconda o terza fila, ne risente pesantemente anche la viabilità locale.
Marcello Ricciardi
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