L’OSTRICARO FISICO
Il significato occulto ha sempre sollecitato la curiosità popolare per la sua derivazione: l’ostricaro fisico.
Il quartiere di S. Lucia, con caratteristica di Borgo Marinaro, dai riferimenti storici e folkloristici, poeti e scrittori ne hanno sottolineato la tipicità come Ferdinando Russo con “’o luciano d’’o re” richiamando la fedeltà dei pescatori alla dinastia borbonica che esternava predilezione verso questi personaggi. Il re Ferdinando IV° amava travestirsi da pescatore, gareggiando con il loro tipico linguaggio e con il pescato delle sue “sommozzate” che i luciani, conoscendo la sua ghiottoneria, ricambiavano con i saporiti frutti di mare: “Pigliate Maestà, cheste so’ ostriche d’’o Castiello”, pescate dal vicino Castel dell’Ovo. Instauratasi una rispettosa amicizia, un giorno, un certo Raffaele chiese al re: “Maestà, vuie ca site putente, pecchè nun me facite conte o barone?”.
Al che il re, ammiccando tra il serio ed il faceto rispose: ”Ma comme, vuie cu chistu fisico che ne facite ‘e n’atu titolo?” Il luciano colse con orgoglio questa affermazione, ringraziò il re e nei giorni seguenti scrisse sul banco “Ostricaro fisico”, imitato con ingenuità da tutti gli ostricari della marina, immortalando l’aggettivo e svelando così l’”arcano” con il suo concetto per i posteri.
di Mimmo Piscopo pittore
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