L’OPERA DI GIOVANNI MERLIANI FRA RINASCIMENTO E BAROCCO
Si chiamava Miriliano, (forse perché nativo di Marigliano la cittadina limitrofa a Nola), ma fu noto anche col nome di Giovanni da Nola, lo scultore Giovanni Merliani, da inserire nel novero dei protagonisti della scultura napoletana del primo Cinquecento. A lui è dedicata la strada che, partendo dalla villa” La Floridiana”, arriva a via San Gennaro ad Antignano. Nato a Nola nel 1488, Merliani si trasferisce giovanissimo a Napoli, dove si forma presso la bottega dell’intagliatore bergamasco Pietro Belverte. Nelle carte d’archivio vi sono testimonianze della sua attività giovanile come scultore in legno. Ma purtroppo sopravvivono solo pochi frammenti. Qualche anno dopo, in un viaggio a Roma, studia la scultura e l’architettura classica. Tornato a Napoli progetta, come architetto, diversi palazzi in stile romano ma con influssi meridionali come Palazzo Giusso (attuale sede dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”) e Palazzo Rota, situato in vico Pallonetto a Santa Lucia.A lui si deve la realizzazione delle fontane più importanti del periodo rinascimentale, anche se molte sono andate disperse ed altre sono state portate in Spagna dal viceré di Napoli, Don Pedro de Toledo. Delle quattro rimaste a Napoli sono da ricordare la Fontana del Capone, (che in dialetto napoletano vuol dire testa grande), detta così perché caratterizzata da un mascherone in marmo bianco da cui sgorga l’acqua e da una vasca semicircolare. L’opera si trova nel centro antico, in via Egiziaca a Forcella ed è stata recentemente restaurata, mentre la Fontana di Spinacorona, barocca, in marmo bianco, si trova vicino a Piazza Nicola Amore, poggiata sul muro della Chiesa di Santa Caterina della Spina Corona. (Va ricordato che in questo periodo a Napoli si costruivano soprattutto fontane addossate a palazzi o a chiese). Il soggetto principale era costituito dalla sirena, al centro, sulla sommità del Vesuvio, che spegne le fiamme seguite all’eruzione. L’acqua sgorga dai seni e per questo veniva chiamata “fontana delle zizze” . Ma l’opera più importante i Merliani resta la tomba del viceré spagnolo Don Pedro de Toledo nella chiesa di San Giacomo degli Spagnoli, in piazza Municipio, all’interno di Palazzo San Giacomo, sede del Comune. Il monumento sepolcrale si trova alle spalle dell’altare maggiore e fu commissionato dallo stesso viceré, che però morì prima della conclusione dei lavori. Lo stesso monumento è dedicato anche alla consorte di Don Pedro.Giovanni Merliani muore a Napoli nel 1559.
di Camilla Mazzella laureata in Studi storico-artistici
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