La custodia della proprietà collettiva è un segnale di civiltà e di senso civico. Il Vomero, da questo punto di vista, è molto esigente, ma a tali pretese devono corrispondere comportamenti adeguati. Fare autocritica, partire dalle proprie responsabilità prima di puntare il dito contro qualcuno potrebbe essere un buon punto di partenza. L’estate ci ha riportato le problematiche di ogni anno. Sempre le stesse: parchi chiusi o a mezzo servizio, mezzi di trasporto inefficienti, strade sporche, insetti. Un disastro sul quale ragionare e poi agire. Dovremmo tutti partire dalla “Teoria delle finestre rotte” in base alla quale se vediamo un territorio pulito ed efficiente tendiamo a rispettarlo, se invece è sporco contribuiamo a peggiorare la situazione. Da qui si evince che il comportamento di ognuno può essere importante, a partire dal conferire bene i rifiuti per arrivare ai responsabili della creazione delle norme e di chi queste regole le deve far rispettare. Sciascia ci diceva “A ciascuno il suo”, ma il senso del titolo del libro del celebre scrittore siciliano, stavolta non riguarda il merito o la minaccia, ma il compito da svolgere. Che poi non è altro che rispettare il territorio dove si vive. Diverso è il discorso ad esempio dell’invasione di insetti. Difficile per un cittadino potersi difendere da solo, solo con un’adeguata azione di prevenzione sarebbe stato possibile ottenere dei risultati. Che senso ha tenere aperto un parco come il Mascagna o la Floridiana se poi i bambini piccoli vengono assaliti da ogni tipo di insetto? La risposta è: meglio non portarli in quei luoghi…ovvero svuotarli di utilità. Se poi gli orari sono ridotti e i servizi scandenti…Eppure le istituzioni stanno facendo importanti investimenti sul verde pubblico (4,5 mln di euro presi dall’imposta di soggiorno), ma i risultati sembrano quanto meno discutibili.

Giuseppe Porcelli

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