Giuliano Caputo nominato Segretario dell’Associazione Nazionale Magistrati
Nuovo incarico per il PM vomerese
Classe ’74, diploma al Sannazaro e poi Laurea in giurisprudenza all’Università Federico II. L’iter del Pubblico Ministero Giuliano Caputo è quello classico della Napoli che sforna da sempre eccellenze nel mondo della giurisprudenza, confermando la bontà di una scuola tra le migliori d’Italia. PM nella difficile procura di Santa Maria Capua a Vetere per 10 anni, è rientrato nel 2016 a Napoli e, da pochi giorni, ricopre il prestigioso incarico di Segretario Nazionale dell’ANM (Associazione Nazionale Magistrati) presieduta da Pasquale Grasso, giudice civile di Genova. “Si tratta di un incarico che rappresenta un impegno anche per la diffusione della legalità. Una delle attività svolte dall’ANM è il confronto fra magistrati e studenti come, ad esempio, l’organizzazione di eventi come la ‘Notte bianca della legalità’, che si terrà l’11 maggio – dichiara Caputo -. Un evento che apre le porte del tribunale ai giovani, durante il quale si terranno processi simulati e laboratori anche per la prevenzione dell’uso degli stupefacenti. Un modo per ridurre la distanza fra il mondo della scuola e quello del lavoro, e così avvicinare i giovani anche attraverso la presenza di personaggi famosi”. L’anno scorso, infatti, partecipò il calciatore del Napoli, Kalidou Koulibaly, insieme all’attore comico Alessandro Siani. L’evento è stato organizzato a Napoli dalla giunta locale dell’ANM, composta, tra gli altri, dai magistrati vomeresi Marcello De Chiara, Marco Carbone e Luigi Buono.
“Sin dal principio della mia carriera mi sono occupato di reati contro il patrimonio (ndr dalle rapine ai furti, ma anche estorsioni e, in alcuni casi, omicidi), reati che purtroppo caratterizzano la nostra città, e il Vomero non ne è escluso, anzi, insistendo sul territorio tante attività commerciali, è una zona che deve sempre essere monitorata con estrema attenzione”. Caputo, infatti, sottolinea i pericoli che possono colpire l’economia del quartiere e permettere ingerenze malavitose, in particolare facendo riferimento alle aperture, ed alle rapide chiusure, di alcuni negozi, spesso legate alla ristorazione. “Una delle cause dell’ingresso della malavita nelle attività commerciali è la difficoltà che l’imprenditore può avere nella gestione dell’attività in un periodo di crisi economica, questo innesca un meccanismo vizioso che può portare il commerciante a relazionarsi con persone poco raccomandabili” prosegue il magistrato.
Un’altra delle piaghe del quartiere, che con l’avvicinarsi dell’estate sembra riprendere prepotentemente forma, è il disturbo della quiete pubblica. “La difficoltà sta nel trovare un punto di mediazione tra le diverse esigenze, ma è ovvio che debbono essere rispettate in primis le norme: quindi i limiti alla vendite di alcolici, alla diffusione di musica ad alto volume e gli orari di chiusura”. Certo via Aniello Falcone è un luogo molto suggestivo, anche grazie al panorama che offre, ma è anche un posto molto scomodo, con passaggi stretti che spesso creano ingorghi e conseguenti schiamazzi. Ma a impegnare maggiormente Giuliano Caputo, per le competenze specifiche in materia, attualmente è, infatti, in servizio proprio alla Sezione “Sicurezza Urbana” della Procura di Napoli, è la microcriminalità.
“Per combattere questo tipo di reati, ancor prima della repressione, è necessaria una penetrante attività sociale, poi di sicuro la videosorveglianza e maggiori presidi di forze dell’ordine sul territorio possono essere estremamente utili, ma il lavoro deve partire a monte”. Quindi dall’educazione che non riguarda solo chi commette il reato, ma anche il malcapitato che lo subisce che viene invitato a denunciare tutti i reati.
“Anche se magari con una denuncia non si riesce a risolvere il singolo episodio – spiega Caputo – si crea attenzione su determinati luoghi, sul modus operandi, e spesso proprio il reiterarsi dei reati permette l’individuazione del colpevole e il conseguente arresto.
Quindi è fondamentale denunciare anche quando, ad esempio, una rapina è stata solo tentata”. Spesso, infatti, capita che non si denunci per semplice pigrizia o indifferenza.
“L’educazione – conclude il PM Caputo – anche in questi specifici temi, può nascere dallo stare insieme, dal confrontarsi, dall’avere l’opportunità di frequentare luoghi di aggregazione culturale e così allontanare un dilagante individualismo a tutto vantaggio di un radicato senso di comunità”.
Giuseppe Porcelli
Commenti
No Banner to display
“Ponte di via S. Giacomo dei Capri: i soldi ci sono”
Aldo Masullo riceve la cittadinanza onoraria
Napoli Comics chiude i fumetti perdono la casa
Dai principi di Santobono all’Ospedale pediatrico
La moda al Vomero indossa il nastro rosa in favore dell’ Airc.