Una costruzione del ‘500 nel cuore del Vomero vecchio
Nel cuore del Vomero vecchio, compresa tra Villa Belvedere, via Belvedere e Calata San Francesco, sorge Villa Giordano, una villa cinquecentesca con affaccio panoramico su via Aniello Falcone. Un tempo sfarzosa e verdeggiante, immersa in un vasto parco con aiuole fiorite e rigogliosi alberi, oggi fatiscente, irriconoscibile il suo antico splendore, a partire dal cadente portone d’ingresso sito in via Belvedere, sul quale un tempo si leggeva Villa Giordano. Un cartello affisso sul portone comunica che quello è un condominio e forse gli stessi inquilini ignorano il passato storico del luogo. Superato il portone d’ingresso, costituito da un fabbricato a sè stante, destinato ai servizi di entrata, si accede ad un lungo viale che porta alla villa. Il Viale, un tempo ricco di alberi, oggi è destinato al parcheggio delle auto dei condomini ed è offeso tutto intorno da una miriade di piccole costruzioni frutto di abusivismo di piccolo taglio. Inizialmente la villa, insieme a tutto il suolo circostante, era un complesso religioso, con annessa chiesa dedicata a San Francesco di Paola, residenza dei frati minimi, costruito nel 1585.
La denominazione Calata San Francesco deriva proprio dalla presenza di questa chiesa dedicata a San Francesco. Nei secoli successivi, il complesso religioso fu acquistato dai privati e la destinazione ecclesiastica si tramutò in destinazione edilizia abitativa, incorporandovi la chiesa che diventò la cappella privata della villa.
Nella seconda metà del ‘600 il marchese Ferdinando Vandeneynden, ricco mercante e collezionista d’arte di origine fiamminga, già proprietario del Palazzo Zevallos in via Toledo, per godere dell’aria collinare più salubre, acquistò Villa Belvedere e successivamente Villa Giordano. La sua ultimogenita, Elisabetta, sua erede, avendo sposato Carlo Carafa IV, principe di Belvedere, trasformò Villa Giordano in una sorta di “dependance” della Villa Belvedere. Nel 1730 Villa Belvedere e Villa Giordano passarono ai Carafa, principi di Belvedere. Nell’800 Villa Giordano fu acquistata da una famiglia belga, ed acquisì dignità di villa nobiliare con il nome di Villa Duchaliot. Successivamente passò al barone Luigi Compagna e poi al ricco possidente Filippo Giordano, da cui il nome della proprietà. Sulla facciata d’ingresso del fabbricato residenziale interno alla villa, resiste ancora una lapide firmata da Filippo Giordano, il quale ci informa che “Il 15 maggio 1884 cessò di vivere in questa villa Angelo Incagnoli, nativo di Arpino, di anni 65”. Non conosciamo le gesta di Angelo Incagnoli, ma supponiamo che sia stato un amico speciale dello stesso Filippo.
L’ingegnere Giordano cedette nel 1896 la proprietà alla Congregazione di Carità di Arpino, che nel 1922 la vendette a sua volta a Vincenzo Ruocco. Poco dopo, altri due investitori, Sarappa e Meo, entrarono in società e condivisero per anni la proprietà dell’edificio originale e di altri fabbricati nel frattempo inseriti nel complesso di Villa Giordano. Negli ultimi decenni, l’intera proprietà è stata frazionata in numerose unità abitative, alienate a nuovi proprietari, che costituiscono l’attuale condominio di Villa Giordano. La chiesa, ancora esistente, celebrava ogni giorno fino agli anni ‘60 del secolo scorso, poi solo nel giorno di San Francesco, oggi è definitivamente chiusa al culto.
Ersilia Di Palo
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