LEGGE 56/89: I NOSTRI PRIMI TRENT’ANNI
E’ormai notorio ai più che nel 1989 è stata promulgata la legge n. 56, che ha finalmente e definitivamente legittimato la professione di psicologo. Nonostante l’estrema chiarezza e lucidità degli articoli che la compongono, ancora oggi, purtroppo, vige una considerevole confusione tra ruoli, campo di azione, oggetto di studio e di intervento… ma andiamo con ordine. Indispensabile citare l’art. 1 che, senza ombra di dubbio, è il più significativo: “la professione di psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolta alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità.
Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito”. Senza entrare nel dettaglio, gli artt. 2 e 3 specificano che per esercitare la professione, dopo la laurea e il tirocinio, occorre aver superato l’Esame di Stato con successiva iscrizione all’Albo (art. 2), mentre lo psicoterapeuta è colui/colei che frequenta la scuola di specializzazione (min. quadriennale), post-laurea in psicologia o in medicina. Tutto chiaro come il sole. Obietteranno i lettori… eppure ancora oggi, a distanza di trent’anni, riscontriamo disorientamento e diffidenza nell’opinione pubblica; proprio per questo da sempre consigliamo a coloro i quali, portatori di un problema, di un disagio o di una eventuale psicopatologia, di rivolgersi allo specialista, chiedendone anche contezza circa l’iscrizione all’Albo, nonché sul percorso di studi seguito.
Non a caso, la qualificazione massima si è avuta col riconoscimento dello psicologo come professione sanitaria (dopo di che attendiamo le scuole di specializzazione pubbliche, ma questa è un’altra storia…).
Spesso psicologi e psichiatri collaborano con l’obiettivo comune di perseguire il benessere psicofisico della persona in oggetto: ben venga, sempre, l’interazione e lo scambio di opinione tra specialisti. Sicuramente sono numerosi i campi in cui lo psicologo/psicoterapeuta può agire, oltre naturalmente all’ambito “principe”, cioè la prevenzione, diagnosi e cura delle psicopatologie. In primis nelle scuole, anche se qui si corre il rischio di un’eccessiva “psicologizzazione” dello studente e del contesto scolastico… non a caso quest’ultimo è molto, forse troppo “gettonato” dagli psicologi!
Settori da seguire ed incrementare in questo senso potrebbero essere la psicologia dell’emergenza, dello sport, del lavoro e naturalmente la psicologia giuridica, nell’ambito della quale le problematiche sono particolarmente difficili e delicate…E allora celebriamo questo trentennale nel modo migliore, consapevoli della sempre maggiore qualità e del livello raggiunto, stando attenti soprattutto (per i più giovani) a non svilire la loro professionalità con incarichi poco gratificanti, che mortificano e deprezzano anni di studio e di sacrifici, in cambio di una effimera quanto inutile visibilità.
Tanta strada è stata percorsa, ma quanta ancora davanti a noi… Ad maiora et meliora!
Daniela Speranza
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