Stop ai femminicidi
Intervista alla Senatrice Valeria Valente
Senatrice della Repubblica dal luglio 2018, Valeria Valente appena può da Roma torna a Napoli, nella città dove è nata e ha mosso i primi passi politici. Ritorni sempre ricchi di impegni, sempre di corsa, con l’obiettivo di essere presente sul territorio, di non perdere mai di vista le bellezze ed anche i problemi della sua città contro i quali si batte in Parlamento.
Con la velocità, ma anche la disponibilità, che il tempo le consente, Valeria Valente ci racconta, con un pizzico di orgoglio, la sua nomina come Presidente della Commissione di inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere: “È un argomento che mi è sempre stato a cuore, che ha caratterizzato gran parte del mio percorso personale e politico e, quindi, sono molto contenta di poter dare un contributo concreto ad un problema così rilevante”. Una nomina che ha riunito la grande maggioranza dei votanti, 16 voti su 18 disponibili, che supera quindi ostacoli di ordine politico, con il comune obiettivo di affrontare un tema spesso oggetto di fraintendimenti e notizie poco chiare. “Si tratta di un argomento al quale la politica deve rispondere con un impegno straordinario, ma deve essere chiaro che non si tratta di un fenomeno emergenziale, ma strutturale e come tale deve essere affrontato. Un fenomeno che non risparmia nessuno, tutti i ceti e tutti i territori, senza distinzioni”.
L’Espresso di recente ha pubblicato un elenco con tutti i nomi delle donne uccise nell’ultimo anno, una pagina molto triste. “I recenti dati ci spiegano che una donna viene uccisa ogni tre giorni. Un dato allarmante. Dall’inizio dell’anno se ne contano già 12 per non parlare dei tantissimi casi di violenza sessuale e di altri tipi di violenza che spesso non vengono denunciati”.
E ciò che non viene denunciato non può fare statistica. “Oggi registriamo un aumento delle denunce di violenza, quando sono estranee alla coppia, mentre se c’è, o c’è stata, una relazione, tutto diventa più complicato”.
L’esperienza in materia non manca alla Senatrice che è stata anche coordinatrice delle donne democratiche della Campania e, nella scorsa legislatura, ha presieduto il Comitato Pari Opportunità della Camera. “Abbiamo ripreso il lavoro esattamente dal punto dove è stato interrotto da chi mi ha preceduto, perché c’è bisogno di continuità e di evitare inutili ripetizioni che porterebbero solo ad uno spreco di risorse e di tempo.
Puntiamo molto sulla prevenzione e sulla protezione, non solo sulla punizione. In particolare, infatti, la preoccupazione oggi riguarda le difficoltà dello Stato nel proteggere e garantire chi denuncia che, paradossalmente, si può ritrovare più esposta e sola, come nel recente caso di San Giorgio a Cremano”. L’obiettivo è anche quello di contrapporsi a fenomeni che possano avallare odio e disprezzo. “Non possiamo permettere che alcuni comportamenti violenti possano essere legittimati da leggi regressive, culturalmente arretrate.
Spinte in questo senso ci sono sempre state, ma si è cercato di arginarle ed isolarle.
Non si può avallare in nessun modo che il corpo di una donna sia un oggetto a proprio piacimento. Bisogna lavorare per ritrovare quell’equilibrio che si basa sul reciproco rispetto e sulle pari dignità”.
Da questo punto di vista Valeria Valente ricorda il lavoro fatto a Napoli “che è stata un’importante palestra, nella quale abbiamo costruito relazioni e tavoli importanti, centri contro la violenza sulle donne, e abbiamo avuto esperienza esemplari nei tribunali e con il telefono rosa. Abbiamo anche realizzato una decina di anni fa un percorso scolastico di educazione ai sentimenti, fondamentale per la prevenzione”.
In questo contesto come si inserisce il Vomero?
“È un quartiere che mostra attenzione e sensibilità su questi temi: proprio qui è stato organizzato un incontro, in questi giorni, per confrontarsi su questi argomenti con particolare attenzione alle nuove leggi.
Il Vomero è ricco di risorse e potenzialità e, sebbene sia stato vittima di alcune scommesse politiche perse, è un quartiere che mantiene grande sensibilità culturale e civile.
Ed è proprio dalla cultura che si deve partire per combattere aberrazioni e storture che negli ultimi tempi si stanno affacciando, con sempre maggiore vigore, nella nostra società”.
Giuseppe Porcelli
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