Il senso di nostalgia
Osservare il proprio quartiere, viverlo e constatare quante cose non funzionano bene, quante un tempo fossero più efficienti e fruibili, può scatenare un irrefrenabile senso di nostalgia. Nostalgia per il passato che, troppo spesso, appare migliore rispetto a quanto non fosse in realtà. Si perché vedere lo stadio Collana così dimesso, la Floridiana cadente, Largo San Martino puntellato, solo per fare qualche esempio, indirizza la mente ai ricordi, a quando tutto sembrava bello, perché al Collana era possibile fare praticamente qualsiasi tipo di sport, i parchi erano disponibili per tutti, grandi e piccini, a tutte le stagioni e così via. Ma la realtà è differente o comunque deve essere analizzata in tutti i suoi elementi. Quanto appena scritto è tutto vero, ma è altrettanto vero pensare a via Scarlatti attraversata dalle auto, come via Luca Giordano, ad un quartiere che era ben collegato al resto della città, ma non aveva la metropolitana collinare, allo stazionamento degli autobus a piazza Quattro Giornate o a Largo San Martino. Di questo nessuno ha nostalgia e spesso c’è poca memoria. Proviamo quindi a guardare avanti denunciando, come è giusto, ciò che non funziona, e che continua a non funzionare, ma guardando anche, con un pacato ottimismo, a quanto di buono si potrà e dovrà fare. Questo perché la nostalgia, citando la serie televisiva Mad Man, “è una sensazione nel tuo cuore molto più potente della semplice memoria. Va indietro ma anche avanti… Ci porta in un luogo dove desideriamo tornare”, perché tutti rimpiangiamo un po’ il conforto e la sicurezza di qualcosa che non c’è più, ma spesso lo facciamo oltre i suoi effettivi meriti. Così sarebbe opportuno rimboccarsi le maniche e agire, entro le proprie possibilità e le proprie competenze, mettendo alle spalle tristezze improduttive e guardando al futuro facendo tesoro del passato.
Giuseppe Porcelli
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