La storia di Villa Pontano
Conservò il suo massimo splendore nel periodo tra il 1472 e il 1503
Al Vomero se si va a via Annella di Massimo n°9 è possibile osservare un portone con due lastre in marmo. Questo portone è l’entrata di “Villa Pontano”. Il complesso architettonico fu fondato dal poeta e politico Giovanni Pontano nel 1472 come luogo di ritiro quando si dimise dal ruolo di ministro del Re all’epoca. Chi conosce la storia del Vomero sa che prima del XX secolo al posto del nostro quartiere c’era solo una collina sede di diverse coltivazioni e attraversata da una strada romana secondaria nota come “via Antiniana” che univa l’antica Pozzuoli alla Napoli romana passando per la Loggetta, via Manzoni, Corso Europa, via Belvedere, via Gino Doria, via Annella di Massimo, via della Cerra e via Salvator Rosa. Nel tratto della strada romana tra la villa e via della Cerra nel 1472 sorgeva da tempo Antignano, uno dei due villaggi che animavano il Vomero. Il letterato napoletano rinascimentale comprò un fondo proprio a via Annella di Massimo per costruire la sua proprietà consapevole del fatto che quel luogo ad Antignano era il posto fuori città più vicino possibile a Napoli in modo tale da restare vicino a chi aveva conosciuto quando ancora lavorava.
Il complesso architettonico originale non si è conservato oggi, ma da diversi documenti e dalla lapide più antica presente sulla facciata del palazzo, sappiamo che erano presenti nella villa più edifici, dei vivai e dei frutteti. Villa Pontano conservò il suo massimo splendore sicuramente nel periodo compreso tra il 1472 e il 1503, anno della morte del poeta omonimo.
Dopo quella data il complesso architettonico venne diviso tra i Pontano o dei nuovi proprietari, che lo conservarono secondo le proprie attitudini. Sfortuna volle che nessuno degli eredi avesse interesse per il giardinaggio e questo portò alla rovina dei frutteti e dei vivai.
Nel 1626 avvenne il primo importante restauro di Villa Pontano, come testimonia la lapide più antica presente sulla facciata del complesso architettonico di Antignano, durante il quale vennero risistemati gli edifici, i vivai e i frutteti rimasti di proprietà della famiglia. Tutto quello che rimane di quel restauro oggi è la lastra di marmo che testimonia l’esistenza di questa manutenzione straordinaria: non sappiamo se la villa venne adattata all’architettura barocca oppure le lasciarono lo stile rinascimentale.
Il complesso architettonico dal 1626 venne nuovamente sfruttato dai proprietari, ma da questo momento in poi si perdono le tracce sull’estensione del lotto: quindi non sappiamo cosa sia successo alla proprietà dopo il primo restauro. Nel 1818 Ferdinando
I delle Due Sicilie commissionò un nuovo restauro di Villa Pontano allo scopo di rendere onore al letterato omonimo affidandolo al suo architetto di fiducia Antonio De Simone. È possibile conoscere l’aspetto del complesso architettonico dopo questa data attraverso un disegno della facciata della proprietà su via di Massimo riportato in un’opera dello studioso Erasmo Percopo. Dopo il 1818 il destino di Villa Pontano è storia recente: dopo una generazione la villa cambiò proprietari e l’Unità d’Italia segnò il passaggio del complesso architettonico da villa signorile a semplice condominio.
La dignità artistica della Villa andò progressivamente a perdersi con il passare degli anni a cui si aggiunsero la costruzione di via Luca Giordano, i conflitti mondiali ed, infine, il mercatino d’Antignano che trasformò il complesso architettonico in un comune “parco”.
Oggi l’edificio ha un aspetto convenzionale ed è abitato da comuni cittadini.
Luca d’Alessandro
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