SE LA STRADA POTESSE PARLARE
Da anni, forse da secoli, si sente parlare della manutenzione delle strade. Delle buche, spesso voragini, delle persone che si infortunano inciampando, degli incidenti causati a scooter e automobili. Per non parlare del mero aspetto estetico, che magari in una zona pedonale ha anche il suo peso. Eppure, il problema sembra insoluto e irrisolvibile. Possibile che lavori fatti da pochi anni, in alcuni casi pochi mesi o giorni, risultino così poco resistenti? Possibile che la scelta dei materiali da utilizzare e della loro posa in opera sia stata così scadente da mostrarci strade pedonali al limite della vergogna? Gli interventi di ripristino, quando “saltano” san pietrini e pietre laviche, sono anche abbastanza tempestivi, ma nella maggior parte dei casi si tratta di rattoppi…Era così difficile pensare che in una zona pedonale, negli incroci dove viene invece permesso il passaggio delle automobili, la pavimentazione doveva essere diversa o comunque più robusta? Nulla di tutto questo è stato previsto. Tutte le traverse di via Luca Giordano hanno piccoli lavori in corso, toppe di asfalto e pietre rotte, sempre che i san pietrini siano presenti e soprattutto stabili. La rapidità di alcuni interventi di ripristino è dovuta all’obbligo di limitare pericoli per persone, automobili e scooter. Ci mancherebbe altro. Poi ci si chiede: come mai problemi similari ci sono anche nella zona dove passano esclusivamente i pedoni? Solo i pedoni? Sembra assurdo, ma non è così. Non trascorre serata, infatti, durante la quale non si vedono sfrecciare scooter o auto senza nessun ritegno, ma anche senza nessun controllo, vengono violate costantemente tutte le basilari norme di una area che dovrebbe essere riservata. Per questo è importante spiegare quali sono le norme che dovrebbero regolamentare l’accesso alle aree pedonali e come vengano puntualmente disattese, ma soprattutto evidenziare come queste violazioni creino pericolo per cose e persone e danni economici a tutta la comunità.
Giuseppe Porcelli
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