VIA SCARLATTI, L’ISOLA CHE NON C’E’
Tra deroghe e permessi l’area pedonale è spesso violata
L’isola pedonale di via Scarlatti e i suoi prolungamenti verso San Martino e piazza Fuga, da un lato, e su via Luca Giordano, dall’altro, può tranquillamente essere ribattezzata come l’isola che non c’è. Nata per offrire riparo ai cittadini dal caotico traffico veicolare del Vomero, nel corso del tempo ha visto abbattersi progressivamente tutti i suoi argini sotto la spinta invadente di camion, autovetture e scooter. Tra permessi di carico e scarico merci, veicoli autorizzati per il trasporto disabili, automobili e scooter diretti nelle rimesse, mezzi delle forze dell’ordine e, per finire, la sosta abusiva negli orari serali, quella che dovrebbe essere un’oasi felice del pedone si è trasformata nel tempo in una strada con viabilità a singhiozzo. L’area pedonale di via Scarlatti fu istituita con l’Ordinanza Sindacale 1241 del 15.12.1999, in attuazione della Delibera di Giunta Comunale nr. 3091 del 28.06.1995 che ha previsto la realizzazione dell’Area Pedonale Urbana ‘Scarlatti-Alvino-Merliani’. Il regolamento contempla l’istituzione del divieto di transito e di sosta a tutti i veicoli dalle ore 00:00 alle ore 24:00 dal lunedì alla domenica. Sono previste deroghe per veicoli di emergenza e di soccorso ed a quelli in servizio di vigilanza delle Forze dell’Ordine; veicoli a servizio di portatori di handicap muniti di apposito contrassegno con sosta negli stalli riservati e personalizzati; veicoli degli Enti erogatori di pubblici servizi per la manutenzione degli impianti; veicoli che usufruiscono di posto auto fuori dalla sede stradale; veicoli adibiti al trasporto merci, per il tempo strettamente necessario alle operazioni di carico e scarico, nel limite massimo di 60 minuti e negli spazi e negli orari consentiti dalla apposita regolamentazione. Proprio nelle pieghe delle deroghe si cela il fallimento del concetto per cui l’isola stessa era nata. Ad eccezione dei veicoli di soccorso, che in effetti la percorrono solo in caso di necessità, gli altri punti dell’elenco delle deroghe finiscono per costituire un passepartout per chiunque. Nelle isole pedonali delle capitali europee, ad esempio, le Forze dell’Ordine utilizzano biciclette, segway e, in rari casi, scooter elettrici.
Oltre ad essere una questione di compatibilità ambientale e di coerenza con i dispositivi di traffico, si tratta di una mobilità più celere e sicura per chi deve intervenire in aree densamente affollate di pedoni. Per ciò che riguarda i veicoli per l’accompagnamento dei disabili, la triste realtà è che i permessi vengono utilizzati solo di rado per il trasporto di chi ne ha veramente bisogno. Basta osservare quotidianamente i passaggi delle auto con il contrassegno H per notare come, quasi mai, vi sia a bordo il reale avente diritto. La questione del carico e scarico merci è, invece, antica e da sempre insoluta.
Ancora oggi il principio più elementare, adottato nei dispositivi di traffico di tutto il mondo, per la gestione delle isole pedonali al Vomero non trova applicazione. Le aree di carico e scarico merci, delimitate da strisce gialle, sono posizionate nel perimetro esterno dell’isola.
I fornitori devono trasportare le merci all’interno degli esercizi commerciali attraverso carrelli manuali o elettrici.
Questo sistema elementare consente di garantire la sicurezza degli utenti dell’area pedonale e di salvaguardare la pavimentazione della stessa che non è stata realizzata per sopportare il carico di bus, camion, tir e autotreni. Nel nostro caso tutto ciò non è previsto e le fasce per il rifornimento dei negozi si sono triplicate. Dalla mattina, in concomitanza con l’ingresso degli studenti nelle scuole, allo spacco dell’ora di pranzo, alla sera dopo le 20. Dell’isola rimane dunque ben poco. Un mix di inciviltà e carenza di controlli ne sta determinando la scomparsa progressiva. Un capitolo a parte, infine, meritano i ciclisti. Puntualmente ignorati ogni qual volta si adottino dispositivi di traffico. Anche loro dovrebbero poter usufruire di corsie apposite per garantirgli l’incolumità evitando, al tempo stesso, il rischio di incidenti con i pedoni. Una convivenza che dovrebbe essere “pacifica” e scontata. Tuttavia, nel caos che oggi attanaglia l’area pedonale vomerese, con la sua anarchia e disarmonia, difficilmente potremo arrivare ad un punto che accontenti le esigenze di tutti nell’isola che non c’è.
Francesco Licastro
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