I danni dell’indecisione
Non sapere cosa fare, quale direzione prendere, restare fermi, immobili a guardare quel che accade senza intervenire, è una delle piaghe della nostra società. L’immobilismo. Senza guida si sbatte contro i muri. E, in alcune circostanze, prendere una decisione è l’unica cosa da fare per non creare disastri. “Italia si Italia no” cantavano Elio e le Storie Tese. Mai come oggi un testo attuale. Ma l’indecisione riguarda la politica in generale, combattuta tra compromessi, volontà di non disturbare nessuno, incapacità di essere stabile e di svolgere il proprio compito. Quello per il quale è nata. Nessuno ha la bacchetta magica o le soluzioni nascoste in un cassetto, ma bisogna provarci. L’onore delle armi, di chi ci ha provato, viene concesso a tutti. Ritrovarsi in ogni stagione con gli stessi problemi dell’anno precedente è stucchevole, noioso, inaccettabile. Dover denunciare sempre le stesse cose, come se non venissero recepite, come se non fossero di fronte agli occhi di tutti, spinge ad arrendersi. Ma è compito di un giornale, di qualsiasi giornale, non fermarsi, essere anche petulante e insistente. Far capire che non ci si ferma. È importante ottenere anche quei piccoli risultati che possono dare la forza per continuare a guardare avanti, denunciare, studiare. Un impegno sostenuto spesso andando oltre i propri compiti, facendo un lavoro di sensibilizzazione, facendo parlare persone autorevoli il cui commento si spera possa attirare l’attenzione di chi può, e deve, intervenire, di chi può, e deve, decidere, perché ricopre ruoli apicali della nostra società e lo deve fare assumendosene tutte le responsabilità. Ascoltando e intervenendo. Si dice “chi non fa non sbaglia”. Ma stare a guardare quello che accade è una colpa. Intervenire è un dovere, anche a costo di sbagliare.
Giuseppe Porcelli
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