di Vittoria Vittoria professore ordinario di chimica

L’8 marzo si festeggia la giornata delle donne: anche senza guardare il calendario, tutte lo sappiamo perché le strade si riempiono di mimose e gli uomini ci fanno gli auguri. In realtà non è una festa in senso stretto ma una ricorrenza nata per ricordare le lotte sociali e politiche che le donne hanno dovuto e devono ancora affrontare perché la parità dei diritti acquisti sempre maggiore realizzazione. L’idea di una giornata internazionale della donna nasce nel febbraio del 1909 negli Stati Uniti, su iniziativa del Partito socialista americano e si realizza in occasione della Seconda conferenza delle donne comuniste (Mosca, 1921), in cui viene proposta e approvata un’unica data per le celebrazioni. Pochi, invece, sanno che l’11 febbraio è il giorno stabilito dalle Nazioni Unite per la Giornata Internazionale per le Donne e le Ragazze nella Scienza. Questa giornata è stata istituita per promuovere in tutto il mondo iniziative che mettano in luce le tante donne impegnate nella ricerca scientifica e tecnologica e per incoraggiare le più giovani a intraprendere studi scientifici. Scienza e uguaglianza di genere sono infatti entrambe vitali per raggiungere gli obiettivi per lo sviluppo, concordati a livello internazionale, compresi quelli previsti dall’agenda 2030 dell’Onu per lo Sviluppo Sostenibile. Ha compiuto trent’anni ormai l’espressione soffitto di cristallo che indica la barriera invisibile che ostacola le donne nel fare carriera. La metafora del soffitto di cristallo è entrata nel dibattito pubblico grazie a un articolo del Wall Street Journal del 1986 e da allora è stata usata per descrivere gli ostacoli che le donne incontrano nel raggiungere le posizioni apicali. Le donne infatti devono fare i conti con diverse barriere invisibili dislocate lungo tutto il percorso, e per essere valutate al pari dei colleghi maschi, le donne devono sostenere performance migliori, nonostante un peso sociale e familiare superiore a quello degli uomini. 

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