All’insegna della grande scultura la breve vita di Girolamo Santacroce
di Camilla Mazzella laureata in Studi storico-artistici
È certamente una strada, quella dedicata allo scultore Girolamo Santacroce (Nola 1502, Napoli 1537) che merita di essere percorsa, specie in discesa, perché in senso inverso sarebbe assai faticoso. Il tracciato unisce via Salvator Rosa con piazza Leonardo. Ed è di grande interesse architettonico, per i villini, i parchi residenziali, nonché la chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio, costruita su disegno dell’architetto Chiaromonte. Girolamo Santacroce manifesta subito una sicura inclinazione per l’arte e il particolare clima di bottega in cui essa nasceva. Così il padre lo avvia presso lo studio di tale Maestro Matteo. Girolamo, superata la fase di avvio, sente forte il bisogno di approfondire la sua ricerca.
Per cui si reca a Roma, anche attratto, come molti altri artisti dell’epoca, dalla fama del grande Michelangelo. Il viaggio a Roma arricchì non poco la sua formazione di scultore e di architetto, al punto che- ritornato a Napoli- appena quindicenne, nonostante la giovanissima età, si cimenta subito nella realizzazione di una scultura di grande impegno quale è il Sepolcro nella Basilica della Santissima Annunziata Maggiore, nel quartiere Pendino, nei pressi della popolare animatissima via Forcella.
Subito dopo collabora con Giovanni da Nola alla realizzazione di uno storico presepe per la Chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina.
L’opera è considerata, nel suo genere, un vero capolavoro. Nella favolosa chiesa di San Giovanni a Carbonara (che racchiude veri e propri tesori della pittura e della scultura rinascimentale) Girolamo Santacroce realizza il San Giovanni Battista, opera con la quale dimostra di aver raggiunto i più alti livelli dell’arte plastica. Purtroppo non è possibile ammirarlo perché è stato trafugato.
Ma la sua grandezza di scultore si conferma in molte altre grandi opere, come l’altare maggiore nell’antichissima chiesa di Sant’Agnello, detta anche Sant’Aniello a Caponapoli, ubicata nel cuore storico della città. Anche questo altare ha subito l’insulto dei ladri, che hanno mutilato l’opera portando via le colonne corinzie che, per fortuna, sono state poi ritrovate e restituite al loro splendore. Merita ancora di essere ricordato l’altare per la nobile famiglia Del Pezzo, nella chiesa di Sant’Anna
dei Lombardi, in piazza Monteoliveto; l’altare a destra per la famiglia Ligorio è stato realizzato da Giovanni da Nola.
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