Intervista a Luigi Carrozzo
Una vita a contatto con i cani abbandonati per donare amore e cure
Luigi Carrozzo, 65 anni, uomo schietto e comunicativo con una passione grande: accudire gli animali abbandonati. Lo incontriamo all’oasi, così lui stesso definisce l’area di 3000 mq subito dopo Santacroce nella zona che dai Camaldoli va verso Chiaiano, dove ospita 90 cani tutti o quasi sterilizzati e microchippati. Le casette dove sono ospitati i cani sono sparpagliate tra alberi di kiwi e, nell’ampio piazzale, i cani si possono muovere liberamente. Luigi li conosce uno ad uno e ad ognuno ha dato un nome. Nel corso dell’intervista i cani sono tutti affacciati alla recinzione per capire cosa sta accadendo. Achille il capobranco, un bel pastore tedesco, è vigile e attento mentre gli altri, come Lulù, Gnappetta, Antonio e Miki annusano oppure abbaiano per farsi vedere o per chiedere cibo. Il coro armonioso dell’abbaio dei cani accompagna le nostre domande.
Il tuo gruppo Facebook “Gli Angeli di Luigi Carrozzo” in questi mesi è alla ricerca di mamme e/o papà a distanza per questi cani?
La nostra associazione, Lega Animalista, è alla ricerca di un aiuto fattivo per il rifugio. Con l’adozione a distanza ciascuno si impegna a prendersi cura del cane che sceglie, donando un po’ del suo tempo libero, cibo o denaro. Grazie all’aiuto dei nostri associati e volontari questo posto migliora e migliorerà. Questo sistema permette ai soli amanti degli animali di sopportare l’onere del Rifugio e non alla collettività nel suo complesso.
Spiegaci meglio.
Voglio dire che la nostra struttura non grava sul bilancio comunale come i canili pubblici. Il canile comunale riceve circa 2 euro per ciascun cane al giorno e tutti noi paghiamo per il mantenimento di queste strutture che spesso sono sottodimensionate e antieconomiche. Pensate che è in fase di ultimazione il rifugio municipale nella zona del Frullone che conta 30 box per 100 cani. Si tratta di numeri irrisori per le reali necessità di una città come Napoli ed il suo hinterland. Oltretutto in queste strutture i cani sono numeri e non hanno alcun rapporto con il personale che li gestisce. A Napoli i canili privati convenzionati con il Comune sono sei. Il Comune dovrebbe avere i suoi rifugi municipali con l’aiuto delle Associazioni. Si potrebbero gestire in house utilizzando i dipendenti di Napoli Servizi e le Associazioni. Pensate a quanti dipendenti ha Napoli Servizi.
Perché chiami questa struttura “Oasi” o “Casa Famiglia”, non si tratta di un canile?
No, assolutamente. Strutture come questa in cui ci troviamo non sono contemplate nella nostra giurisprudenza. Noi siamo in attesa di una legge regionale che regoli e normi queste strutture. Finora siamo equiparati alle toelettature, commercio di animali, ambulatori veterinari. La nostra struttura è considerata clandestina. Più che il Comune è la Asl che deve autorizzarci a svolgere la nostra missione. La nostra struttura è piccola e flessibile. Ciascun cane ci costa in media 12 euro mensili. Io personalmente mi prendo cura di questi cani 24 ore al giorno. Dormo in un capanno vicino ai box per ovviare a qualsiasi inconveniente possa succedere anche di notte.
Come e quando è nata la tua passione per gli animali?
Mi sono sempre occupato degli animali. Ho lavorato con il Comune, quando c’era l’assessore Monti. Istituimmo la prima ambulanza veterinaria d’Italia. Dopo quella esperienza con la nostra associazione abbiamo fittato quest’area e, dal 2002, mi occupo a tempo pieno di questi cani che sono anche arrivati ad essere 120. Un lavoro del genere non lo puoi delegare. Io non potrei mai delegare il mio lavoro a qualcuno che lo fa a pagamento.
Quale è il tuo desiderio per il futuro?
Voglio continuare a fare quello che ho sempre fatto, cioè accudire i cani. Con gli amici e le amiche che ogni giorno mi aiutano voglio migliorare questo luogo e mi auguro che la nostra attività trovi finalmente un posto nella giurisprudenza regionale.
Cristiano De Biase
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