Intervista ad Aldo De Chiara
Scuola e Sport a difesa della legalità
l tempo è grigio come la legalità del Vomero. Conoscere il problema è il primo passo per affrontarlo. Proprio per questo, mentre affiora un po’ di luce fra le nuvole, incontriamo nel circolo del Tennis Vomero, il Giudice Aldo De Chiara appena nominato Presidente della Consulta della Legalità. L’istituto, voluto dalla V Municipalità, nasce proprio per porre maggiore attenzione al rispetto delle leggi nel quartiere e per stimolare il confronto fra cittadini, comitati e istituzioni e per proporre soluzioni. Aldo De Chiara, che tra i suoi numerosi incarichi ha ricoperto anche quello di coordinatore della sezione ambiente della Procura di Napoli, ha accolto con entusiasmo il compito che gli è stato affidato: “E’ importante sostenere iniziative che prevedono la diffusione del valore della legalità”.
La Consulta si è insediata circa 40 giorni fa ed è, quindi, solo l’inizio di un percorso.
Approveremo nel corso del mese di febbraio il regolamento interno dell’organismo che è composto da importanti professionalità. Abbiamo disposto una ricognizione sul territorio, di associazioni o comitati che hanno come obiettivo prioritario il rispetto della legge e a breve faremo un incontro proprio per uno scambio reciproco di informazioni.
Avete già individuato comitati con i quali vi confronterete?
Per ora di sicuro incontreremo quello per la quiete pubblica di via Aniello Falcone che intende gestire un problema non semplice anche se negli ultimi tempi la tensione è calata. Valuteremo anche altri incontri.
Tra le piaghe di questi giorni emerge il fenomeno baby gang.
Fatti di criminalità, soprattutto ad opera di giovanissimi, devono essere repressi, ma la repressione da sola non basta e occorre una funzione preventiva nell’ambito della quale la scuola ha un ruolo primario. Abbiamo istituti scolastici di primissimo ordine, ricordo il mio liceo Jacopo Sannazaro, un esempio per il quartiere e non solo. Anche lo sport deve essere inteso come risposta alla devianza, come fattore di inclusione. Oggi più di ieri bisogna moltiplicare gli sforzi. Rendere fruibile lo stadio Collana potrebbe essere un buon punto di partenza.
In che modo la Consulta si propone di affrontare questi temi?
Per portare avanti questa linea di inclusione penserei allo sviluppo di contatti con Municipalità di territori meno fortunati, in modo da poter organizzare insieme iniziative per la solidarietà e per la legalità. Ben vengano i giovani dei quartieri periferici al Vomero, ma in un clima di tranquillità, pace e di convinzione di rispettare le regole di vita civile.
Il Vomero ha però anche altre difficoltà.
Il quartiere non è un’isola felice come si crede. Ha avuto, e probabilmente ha ancora, gravi problemi. In passato c’è stata una crescita urbanistico-edilizia non sempre conforme alla legge. Un abusivismo non eclatante, ma strisciante attraverso, ad esempio, la trasformazione illecita di terranei, in parte adibiti ad abitazioni o depositi, divenuti oggi esercizi pubblici non sempre rispettosi dei requisiti della legge.
A proposito di abusivismo, è presente anche nel mondo del turismo.
Mancano i controlli capillari che hanno lo scopo non tanto di riaffermare il rispetto delle regole, ma anche di tutelare la sicurezza della struttura e quindi degli ospiti. Non ci dobbiamo sorprendere se poi accadono degli episodi drammatici.
C’è un problema quindi legato agli investimenti sul territorio?
Di sicuro c’è il rischio di riciclaggio. Spesso vengono investiti capitali di dubbia provenienza. A ditte note, infatti, subentrano spesso ditte delle cui origini non si è sempre certi. Oggi i bar si sono moltiplicati in maniera incontrollata. Anche l’apertura di numerosi sportelli bancari nella zona mostra l’interesse dell’imprenditore bancario ad aprire in un luogo dove i movimenti di denaro sono molto attivi e spesso questi movimenti sono pericolosi.
Per fortuna, però, come altra faccia della medaglia, la cultura sta riconquistando un ruolo importante nel quartiere.
Plaudiamo all’apertura di nuove librerie, perché sono centri di cultura che si stavano perdendo. La cultura è uno dei fattori di crescita dell’individuo e quindi della società. Senza cultura non si va da nessuna parte! Anche la presenza di cinema e teatri contribuisce. C’è una presenza inferiore rispetto al passato, ma la proposta è ancora buona.
Il servizio pubblico, invece, sta attraversando un periodo buio.
Nel complesso non ci possiamo lamentare. Il problema riguarda anche altre grandi città, di sicuro però la situazione rispetto al nord è più seria. Difficile uscirne e certo la crisi finanziaria ha contribuito a rendere i servizi meno efficienti. Sembra che gradualmente le difficoltà economiche siano superate e quindi la politica non ha più alibi.Bisognerebbe motivare i dirigenti e i funzionari della Pubblica Amministrazione. Credo che questo sia un nodo che la politica deve sciogliere. Bisogna puntare sul singolo individuo. Gli esempi positivi devono partire dall’alto, ma si pretende che tutti facciano bene il proprio dovere.
Giuseppe Porcelli
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