Intervista a Sergio Roncelli
Il Presidente del coni Campania che guarda alle Universiadi 2019
Sergio Roncelli, è un emigrato al… contrario. Nato a Napoli, è cresciuto a Bergamo per poi tornare nella città partenopea a diciassette anni. Qui è rimasto fino a diventare presidente del Coni Campania, incarico prestigioso con vista Universiadi 2019. Un napoletano col cuore al Vomero, dal momento che Roncelli è cresciuto nel quartiere collinare, diventando, da ragazzo, un campione del tennistavolo nei locali dell’ex Enal Mediterraneo. E la stessa sede del Coni Campania si trova in via Alessandro Longo, a due passi dal Collana. Il destino, insomma, ci ha messo lo zampino. “Sono l’unico, di due fratelli e una sorella, nato a Napoli, da padre bergamasco e madre napoletana – racconta -. Fino a 17 anni ho vissuto a Bergamo, poi sono tornato in quella che considero la mia casa”. Il suo racconto è un viaggio nel quartiere di un tempo: “Avevo qui i parenti di mia madre, in via Cilea c’era la succursale del Liceo Mercalli, dove ho frequentato l’ultimo anno di liceo scientifico. Durante l’intervallo andavamo a giocare a carambola, boccette, biliardo… Mi appassionai al ping pong, diventando uno dei campioncini più seguiti all’Enal Mediterraneo, che ospitava la sede del Club Tennistavolo dei fratelli Russo, che poi avrebbero fondato il “Lupo Sport”. La sede era vicina al cinema Arcobaleno: “Lì sono nati tutti i pongisti del Vomero che negli anni Sessanta e Settanta si imponevano in campo nazionale. Il feeling con le racchette fu naturale, non avevo avuto insegnanti né allenatori. Ma ero talmente bravo che mi chiamarono a giocare le squadre professionistiche della Campania, su tutte il Pagani in serie B. Decisi però di non andare più via da Napoli e dal Vomero, dove avrei frequentato anche l’ottima facoltà di Chimica all’Università Federico II”.
Ancora oggi Roncelli vive al Vomero: “Di positivo c’è la vitalità del quartiere, di negativo è che negli anni queste strade si sono viste svuotate di tutte le loro tradizioni. Sono spariti i negozi e le librerie che hanno fatto la storia del quartiere e si sono aperti fast food e locali per mangiare e bere. Moltissimi luoghi culturali sono falliti, il quartiere era anche un punto di aggregazione da questo punto di vista. E poi, in passato, era come un piccolo paese dove ci si conosceva tutti, c’erano caratteri distintivi del Vomero ben definiti. Oggi mi sembra tutto diverso, ma probabilmente è il segno dei tempi e non è accaduto soltanto qui”.
Roncelli lavora a pochi passi da casa: “Sì, la sede del Coni Campania è nel cuore del Vomero. Siamo negli stessi locali che per alcuni decenni hanno ospitato il Totocalcio, in un palazzo nel quale sono passati migliaia di ragazzi napoletani, giovani che si mantenevano gli studi lavorando al Totocalcio il sabato e la domenica. Lo definivo un “centro di raccolta giovani”. Perché il Coni ha scelto questa sede? Perché era di sua proprietà ed è sembrata a tutti una location perfetta, tra l’altro a pochi passi da un impianto strategico come il Collana. Allo stadio di piazza Quattro Giornate sono state scritte alcune delle pagine più belle dello sport napoletano, ricordo gli scudetti della Partenope Rugby e le vittorie dell’Internapoli di Chinaglia. Il Vomero ha giocato un ruolo decisivo per lo sport nella nostra città”.
La sede di via Alessandro Longo ospita il Coni Campania e la delegazione del Coni Napoli. Nelle numerose stanze dei tre piani trovano ospitalità federazioni, enti di promozione, discipline sportive associate, associazioni benemerite e la scuola regionale. «Abbiamo locali che possono ospitare seminari e convegni, sale anche per le riunioni: insomma per le federazioni la sede migliore anche per la formazione dei tecnici e dei dirigenti, perché sono grandi a sufficienza».
Impossibile non parlare con il numero uno dello sport regionale, di Universiadi. Napoli e la Campania nell’estate 2019 dovrebbero ospitare diecimila atleti provenienti da paesi di tutto il mondo. Ma per vedere l’Olimpiade degli universitari in Italia servirà un grosso sforzo amministrativo: «Come Coni saremo responsabili dell’aspetto tecnico e organizzativo e garantiamo la migliore riuscita, abbiamo esperienza e capacità per fare ottima figura – spiega Roncelli – Adesso il problema è capire come si muoverà il commissario che verrà nominato dal governo, ci sono tanti aspetti da affrontare, dagli impianti all’ospitalità degli atleti e delle delegazioni. Preoccupato? No, le risorse investite sono enormi (circa 280 milioni di euro stanziati da Governo e Regione Campania, ndr) e gli impianti hanno bisogno di un restyling e non di essere ricostruiti. Sarà importante avviare la macchina organizzativa, poi tutto sarà in discesa. C’è poco tempo, è vero, ma noi napoletani siamo abituati a lavorare in condizioni difficili».
Marco Caiazzo
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