Nuovi fondi per la videosorveglianza
Al via il Programma regionale Sicurezza e Legalità
L’Osservatorio nazionale: telecamere a riconoscimento facciale per segnalare la presenza di pregiudicati per reati violenti
Videosorveglianza al Vomero! L’aveva annunciato il Governatore De Luca, nel corso dell’incontro di due mesi fa con cittadini vomeresi al cinema America Hall e finalmente sembra concretizzarsi. Nell’ambito del “Programma regionale Sicurezza e Legalità”, la Giunta regionale della Campania, nella seduta del 19 dicembre, ha approvato la programmazione di risorse per 600.000 euro per la realizzazione del progetto di videosorveglianza nei quartieri Scampia, Marianella, Vomero e Chiaia. “Si tratta di un provvedimento per scoraggiare atti di delinquenza e di vandalismo che si registrano nel quartiere – ha affermato il presidente De Luca – e per tutelare gli esercizi commerciali che, specie nella zona collinare, rappresentano una forma di economia importante. Il posizionamento delle telecamere sarà concordato con le forze dell’ordine sia per la scelta dei siti sia per i collegamenti con le centrali operative, così come avvenuto per il quartiere della Sanità”. E proprio ricordando il complesso iter dovuto alle difficoltà tecniche e agli ostacoli burocratici che hanno riguardato l’installazione delle telecamere nello storico quartiere della città, la speranza è quella che l’individuazione dei punti strategici, l’alimentazione energetica del sistema e, soprattutto, la manutenzione degli impianti stessi, siano pianificati in tempi europei. Se da un lato il comune ha confermato di assumersi gli oneri energetici e il Dipartimento di Pubblica Sicurezza quelli manutentivi, l’individuazione dei punti strategici non sarà cosa semplice vista la complessità e la densità abitativa e commerciale dei quartieri collinari. Due le criticità da affrontare. La prima riguarda i vecchi impianti di videosorveglianza presenti sul territorio, molti dei quali sono totalmente o parzialmente fuori uso e il loro ripristino sarebbe del tutto inutile vista l’impossibilità di metterli in rete con le sale controllo delle forze dell’ordine. Questi ultimi vanno dunque sostituiti. La seconda criticità è stata sollevata dal presidente dell’Osservatorio nazionale sulla videosorveglianza, Giuliano Russo, per il quale un’azione efficace di prevenzione sul territorio attraverso impianti di videosorveglianza presuppone un modello per la sicurezza urbana che contempli la collaborazione tra pubblico e privato. In parole povere occorre superare tutti quegli ostacoli e quelle diffidenze per mettere in un’unica rete il patrimonio di immagini che vengono registrate da impianti pubblici e privati. “Oggi un ostacolo reale è costituito dalla rigidità del garante della privacy nell’applicazione delle norme a tutela della riservatezza nel campo privato, mentre il settore pubblico ha più elasticità nella sua linea di azione”, afferma il presidente Russo. Il privato che vuole installare impianti per la propria autotutela ha limiti per i quali può inquadrare solo gli spazi relativi alla propria attività. Se deroga anche di una decina di gradi nell’angolazione delle telecamere all’esterno può incorrere in sanzioni. Non potendo riprendere ciò che avviene sull’intera strada o carreggiata, oltre un certo limite, è ridotto il contributo che questi impianti possono offrire alla sicurezza pubblica. “Dobbiamo iniziare a lavorare sul garante della privacy perché si consenta in alcune zone come i centri storici o le aree a loro equiparate, come Vomero e Arenella, per derogare sulle angolazioni perché non ledono la privacy bensì sono di ausilio alle forze dell’ordine”. Burocrazia a parte, scopriamo che le soluzioni adottate in altri Paesi per garantire la sicurezza dei cittadini in aree affollate prevedono l’installazione di impianti per il riconoscimento facciale agli ingressi del quartiere, negli stazionamenti autobus e nelle metro. Queste telecamere consentono in tempo reale di segnalare alle forze dell’ordine la presenza di pregiudicati o persone segnalate per reati specifici come rissa, furto, rapina, aggressione, lesioni personali e via dicendo, nella zona sottoposta a controllo. Individuato il soggetto la telecamera invia un alert alla centrale operativa che, a sua volta avvisa le pattuglie in zona.
A Napoli sistemi del genere vengono utilizzati attualmente solo per il riconoscimento targhe, verificando se si tratti di veicoli rubati o privi di assicurazione.
Sarebbe il caso di spendere bene i soldi messi a disposizione dalla Regione per installare impianti all’avanguardia partendo proprio dal Vomero con la sperimentazione.
Francesco Licastro
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