A spasso tra le Certose in Campania
Le certose, e in generale i complessi religiosi, hanno da sempre svolto un ruolo importante nella trasmissione del patrimonio culturale di una determinata area o regione: si pensi al prezioso lavoro degli amanuensi, o alle sterminate collezioni che tali strutture hanno preservato. La Campania, in questo senso, si pone in una posizione privilegiata, con ben tre certose nell’ambito del suo territorio: San Lorenzo, presso Padula, San Giacomo a Capri, e San Martino, uno dei simboli del Vomero.
Questa ricchezza di strutture ha ispirato “Il Cammino delle Certose”, progetto realizzato dall’Assessorato allo Sviluppo e Promozione del Turismo della Regione Campania, con la collaborazione scientifica del Polo Museale della Campania e la collaborazione tecnica della Sabec SPA, che mira alla riscoperta e valorizzazione del patrimonio artistico del nostro territorio attraverso una serie di mostre, concerti e performance che, ispirandosi ai percorsi dell’anima nell’arte e nella spiritualità, gettano un ponte tra passato e presente.
Attraverso il recupero di conoscenze antiche, che, intrecciandosi con nuovi flussi di informazioni danno vita a riletture e reinterpretazioni del tutto originali, il progetto punta alla creazione di una rete di saperi, che possa fungere da base per una nuova economia imperniata sulla cultura e sulla qualità della vita quotidiana.
Colomba Auricchio, Dirigente Responsabile del progetto, spiega che nell’ambito della programmazione in materia di turismo «uno degli obbiettivi è stato quello di puntare sul turismo religioso e su quello “lento”. In tal modo ha avuto origine Slow Campania, che
si articola sul doppio binario del turismo religioso e di quello naturalistico.»
Proprio nel solco di questo programma si iscrive Il Cammino delle Certose, che, a sua volta, è «parte di un progetto di più ampio respiro, South Cultural Routes, che comprende cinque regioni del Sud Italia (oltre alla Campania, la Puglia, il Molise, la Basilicata e la Calabria) e che include azioni individuali che convergono in un progetto unico basato sugli itinerari di queste aree».
Il Cammino delle Certose è stato inaugurato lo scorso 14 luglio presso la Certosa di San Lorenzo con la performance dell’artista Vanessa Beecroft Thirteen Christs, primo di una serie di eventi, concerti e serate che si concluderanno il prossimo 21 ottobre.
Ciascuno dei tre complessi presenta, inoltre, una mostra incentrata su una particolare tematica, legata alla sua storia e alle sue peculiarità: ad esempio San Lorenzo, in virtù della sua recente storia di incontri di arte contemporanea, si pone come luogo ideale per installazioni di artisti come Giovanni Anselmo, Michele De Luca, Lucilla Catania, Salvatore Emblema, Ettore Spalletti, Claudio Palmieri e Sandro Sanna. Gli spazi del complesso vengono reinventati e rivestiti di nuovi significati, come per la Corte dei Granai, destinata ad accogliere un’installazione permanente di Maria Dompè che incorpora elementi dell’antica Certosa, assieme agli spazi verdi e al rumore dell’acqua.
San Giacomo, invece, pone l’accento sul dialogo interreligioso, con il poderoso Leviticus di Hermann Nitsch a giocare la parte del leone; seguito da due incisioni di Vittor Pisani riguardanti il libro della Genesi e ispirate ad alcune opere presenti nel museo Diefenbach. Completano il quadro opere di Vittorio Pavoncello e di Radu Dragomirescu che approfondiscono il tema dell’apertura dell’isola alle relazioni tra oriente e occidente, nonché un’esposizione di 150 icone russe da viaggio.
Per San Martino il tema è quello del rapporto tra antico e moderno, e quello della violenza, esemplificato dall’episodio biblico di Giuditta e Oloferne di Luca Giordano del 1704.
Tra le altre interpretazioni della stessa vicenda è possibile ammirare la versione di Jacopo Ligozzi proveniente da Palazzo Pitti, quella di Artemisia Gentileschi appartenente al Museo di Capodimonte, le due del 1618 di Giovan Francesco Guerrieri e di Carlo Saraceni e quella di Guido Cagnacci.
Tali opere sono inoltre poste in una sorta di ideale dialogo con quelle di artisti contemporanei come Lucio Fontana, Louise Bourgois, Alberto Burri, Luca Patella, Anish Kapoor e Paolo Mussat Sartori.
Il Cammino delle Certose si propone quindi come un programma ambizioso, che pone l’accento sul lato “slow” del turismo religioso e naturalistico e sulla riscoperta del nostro ricchissimo patrimonio culturale.
Attraverso il recupero di conoscenze antiche, che, intrecciandosi con nuovi flussi di informazioni danno vita a riletture e reinterpretazioni del tutto originali, il progetto punta alla creazione di una rete di saperi, che possa fungere da base per una nuova economia imperniata sulla cultura e sulla qualità della vita quotidiana.
Colomba Auricchio, Dirigente Responsabile del progetto, spiega che nell’ambito della programmazione in materia di turismo «uno degli obbiettivi è stato quello di puntare sul turismo religioso e su quello “lento”. In tal modo ha avuto origine Slow Campania, che si articola sul doppio binario del turismo religioso e di quello naturalistico.» Proprio nel solco di questo programma si iscrive Il Cammino delle Certose, che, a sua volta, è «parte di un progetto di più ampio respiro, South Cultural Routes, che comprende cinque regioni del Sud Italia (oltre alla Campania, la Puglia, il Molise, la Basilicata e la Calabria) e che include azioni individuali che convergono in un progetto unico basato sugli itinerari di queste aree».
Il Cammino delle Certose è stato inaugurato lo scorso 14 luglio presso la Certosa di San Lorenzo con la performance dell’artista Vanessa Beecroft Thirteen Christs, primo di una serie di eventi, concerti e serate che si concluderanno il prossimo 21 ottobre. Ciascuno dei tre complessi presenta, inoltre, una mostra incentrata su una particolare tematica, legata alla sua storia e alle sue peculiarità: ad esempio San Lorenzo, in virtù della sua recente storia di incontri di arte contemporanea, si pone come luogo ideale per installazioni di artisti come Giovanni Anselmo, Michele De Luca,
Lucilla Catania, Salvatore Emblema, Ettore Spalletti, Claudio Palmieri e Sandro Sanna. Gli spazi del complesso vengono reinventati e rivestiti di nuovi significati, come per la Corte dei Granai, destinata ad accogliere un’installazione permanente di Maria Dompè che incorpora elementi dell’antica Certosa, assieme agli spazi verdi e al rumore dell’acqua.
San Giacomo, invece, pone l’accento sul dialogo interreligioso, con il poderoso Leviticus di Hermann Nitsch a giocare la parte del leone; seguito da due incisioni di Vittor Pisani riguardanti il libro della Genesi e ispirate ad alcune opere presenti nel museo Diefenbach. Completano il quadro opere di Vittorio Pavoncello e di Radu Dragomirescu che approfondiscono il tema dell’apertura dell’isola alle relazioni tra oriente e occidente, nonché un’esposizione di 150 icone russe da viaggio.
Per San Martino il tema è quello del rapporto tra antico e moderno, e quello della violenza, esemplificato dall’episodio biblico di Giuditta e Oloferne di Luca Giordano del 1704. Tra le altre interpretazioni della stessa vicenda è possibile ammirare la versione di Jacopo Ligozzi proveniente da Palazzo Pitti, quella di Artemisia Gentileschi appartenente al Museo di Capodimonte, le due del 1618 di Giovan Francesco Guerrieri e di Carlo Saraceni e quella di Guido Cagnacci. Tali opere sono inoltre poste in una sorta di ideale dialogo con quelle di artisti contemporanei come Lucio Fontana, Louise Bourgois, Alberto Burri, Luca Patella, Anish Kapoor e Paolo Mussat Sartori.
Il Cammino delle Certose si propone quindi come un programma ambizioso, che pone l’accento sul lato “slow” del turismo religioso e naturalistico e sulla riscoperta del nostro ricchissimo patrimonio culturale.
di Gabriele Basile
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