A San Martino il panorama non basta
San Martino può essere il belvedere di Napoli o il «peggiovedere», basta una inclinazione dello sguardo di pochi gradi per passare, guardando a est, dall’orizzonte più ampio sulla città a un panorama di lamiere crollate, bottiglie di plastica e cocci di vetro. Guardando a ovest, invece, se si alza lo sguardo si possono ammirare le mura di Castel Sant’Elmo, o guardare la lapide commemorativa dei martiri del 1799, ma se si abbassano gli occhi c’è una fila di barbacani, negozi chiusi e transenne.
Che succede all’affaccio più suggestivo della città? Da una parte aprono nuovi esercizi, come caffetterie o gelaterie. Dall’altra, invece, un senso di abbandono, precarietà, inciviltà. Eppure il flusso di turisti è continuo, sia di stranieri che di italiani.
A colpire maggiormente sono i barbacani in legno, installati per evitare il crollo del muro perimetrale della Certosa, che dovevano essere rimossi, secondo quanto annunciato allora dai tecnici della Regione, nel maggio dell’anno scorso. Invece, sono ancora là, con la spiacevole novità che negli spazi transennati sono cresciute le erbacce e, ovviamente, sono aumentati anche i rifiuti. Ma che cosa rispondono i responsabili dell’ente interessato? «Il nostro proposito è di riuscire a inserire la cortina di collegamento tra piazzale San Martino e l’ingresso di Castel Sant’Elmo nell’ambito dei lavori in corso che comprendono varie aree del Complesso Monumentale di San Martino. Si presume che gli eventuali interventi su questa area saranno effettuati nelle fasi finali dei lavori». Buoni propositi, dunque, ma la strada sembra ancora lunga, anche perché, come al solito, le competenze non sono di un solo ufficio e non fanno capo a una sola persona.
Infatti, si legge sempre nella nota redatta dai responsabili del Polo Museale della Campania, inviata a “Vomero Magazine”: «Naturalmente, trattandosi di un immobile di competenza del Demanio regionale, le possibilità di intervento del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo sono connesse all’esito degli accordi in corso con la Regione, con un forte interessamento da parte della Direzione del Polo Museale». Seguiremo gli eventi.
I commercianti fanno sapere di avere voglia di investire e di credere nel territorio, in particolare proprio a San Martino. Un’area che offre tanto in termini paesaggistici, ma che rimane una zona da rivalutare. I turisti ci sono, anzi negli ultimi quattro anni sono aumentati, ma mancano tanti servizi. Suggeriscono l’inserimento, ad esempio, di infopoint per la distribuzione di cartine e altro materiale informativo. Manca, quindi, una degna accoglienza e, d’altra parte, i problemi pare aumentino di sera.
Che succede, infatti, quando tramonta il sole? La zona pedonale del piazzale, tra sampietrini rimossi, si trasforma in campo da gioco, con le pallonate indirizzate anche ai portoni di ingresso del museo e della chiesa, di questi tempi anche lei protetta dai lavori di ristrutturazione. Ma lo scontro tra le due squadre di ragazzi si svolge parallelamente a un altro genere di scontro. Infatti, il piazzale e, la salita della zona, sono diventati un terreno di discussione tra parcheggiatori abusivi.
Chissà che in un prossimo futuro, guardando le scene qui girate da Massimo Troisi per il film «Pensavo fosse amore invece era un calesse», lo spettatore non si chieda dove sia mai quel posto così bello. Eppure, sulla facciata del primo palazzo di fronte al castello, dallo stile liberty, c’è una frase scolpita lungo il lato anteriore, in mezzo a due file di balconi: “Con il vento in poppa per ogni rotta”. Ai lati, una nave con la vela gonfiata dalla brezza. Prendiamolo per un incoraggiamento.
Ugo Cundari
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