I CASSONETTI DELLA DISCORDIA
Et Voila! E’ l’espressione che viene tipicamente utilizzata in Francia quando si scopre qualcosa da un velo. Qualcosa di bello da ammirare dopo una lunga attesa. Così, almeno per la parte relativa all’attesa, è accaduto all’incrocio fra via Scarlatti e via Luca Giordano. Per mesi le transenne hanno nascosto lavori di ristrutturazione e ripavimentazione. Pian piano queste transenne hanno ricoperto un‘area sempre più piccola, fino a ridursi ad una specie di rettangolo. Negli abitanti e nei passanti aumentava la curiosità. Trapelavano voci, che chiedevano conferme. Poi il gran giorno è arrivato. Le transenne sono state rimosse e hanno mostrato un cassonetto a scomparsa. O meglio a mezza scomparsa. Oppure, meglio ancora, a comparsa! Di scomparso c’è ben poco. Di sicuro meno delle aspettative. Un cassonetto al quale non si può chiedere di abbellire uno slargo stradale, ma nemmeno di rovinarlo. Per giunta con un’altezza record, peccato sia un record negativo. Lodevoli le intenzioni. Diminuire le campane o i cassonetti “normali” per la raccolta dei rifiuti, che occupavano uno spazio eccessivo lungo le principali vie del Vomero, una volta dello shopping, ora dei bar. Uno spazio sotterraneo utilizzato per evitare che l’immondizia si accumuli per strada fino a strabordare e deturpare l’ambiente. Tutto giusto! Ma la realtà si è rivelata diversa dalle aspettative e forse anche dal progetto iniziale. “Problemi tecnici” si sente dire e confermare da Istituzioni e addetti ai lavori. “La parte sotterranea, dove inserire i cassonetti, è risultata di dimensioni inferiori rispetto al previsto a causa della quota molto alta dell’impianto fognario” ha confermato il Presidente della V Municipalità Vomero-Arenella, Paolo De Luca. Come ovviare a questo problema? Alcune volte l’idea più semplice può essere quella giusta. Perché non costruirlo altrove? Se è vero che nessuno vuole un cassonetto dei rifiuti vicino casa sua, è anche vero che una soluzione diversa poteva essere trovata, un’altra strada poteva essere individuata. I vantaggi sarebbero stati molteplici. Prima di tutto una maggiore capacità di raccolta del cassonetto. In secondo luogo evitare che fosse posto proprio nell’intersezione delle due principali vie del quartiere. Le vie più prestigiose. Sarà bene che non ci sia mai più nessuna emergenza altrimenti a strabordare sarà un bel cassonetto a comparsa nel bel mezzo di via Scarlatti. La forma, poi, non è delle più accattivanti. Fuori contesto. Ognuno può vederci quel che desidera. Come quando si osservano le nuvole, ma con una leggera differenza. Conterrà immondizia! La differenziata è garantita. Ma la restrizione della carreggiata potrebbe anche intralciare il traffico…inutilmente. Tra i vantaggi, invece, di sicuro, quando saranno rimossi gli altri cassonetti “normali” (a proposito, quando?), i camion della raccolta non dovranno più percorrere l’area pedonale rischiando di rovinare il manto appena rifatto. Oggi c’è curiosità. Curiosi sembrano anche gli addetti alla raccolta che sollevano il coperchio, si affacciano per vedere cosa contiene quel cassonetto. Lo richiudono e se ne vanno perché mezzo vuoto, o mezzo pieno? I rifiuti quindi resteranno coccolati e protetti dalle mura del cassonetto, più a lungo del previsto…speriamo non si abituino. Il contestato cassonetto, non più a scomparsa, ma rinominato seminterrato, sarà svuotato solo quando colmo? I commenti dei cittadini non si sono fatti attendere. Il caso del bidone a scomparsa è ancora aperto. Non mancano i sostenitori. In fin dei conti un risultato tangibile è stato ottenuto: con due contenitori sono state sostituite quattro campane. Molti i neutrali, aspre e numerose sono state le critiche. Fanno riflettere le dichiarazioni, di cui riportiamo un estratto, pubblicate sul profilo Facebook ufficiale, dal Presidente di ASIA Napoli, l’Ing. Francesco Iacotucci: “Quando la tour Eiffel venne immaginata i soliti detrattori la bollarono come un’impalcatura fatta di sbarre e di ferro angolare, priva di qualsiasi senso artistico … Ora non voglio certo parlarvi di una nuova architettura post moderna, ma di una più banale innovazione nelle dotazioni della raccolta differenziata stradale, in particolare di contenitori seminterrati per la raccolta differenziata inaugurati al Vomero”. Il tempo è galantuomo, staremo a vedere. Altri esempi internazionali, da Parigi a Palma de Mairoca, mostrano soluzioni diverse. Ma in realtà non bisogna allontanarsi troppo. Basta andare nella centralissima Via Medina, a due passi da Piazza Municipio, per vedere una soluzione meno invasiva dal punto di vista estetico, ma egualmente efficace. I latini, con un brocardo semplice ed efficace, ci hanno spiegato che “i gusti non sono opinabili”. Ma lo stesso Presidente De Luca auspica un intervento da parte di validi street artist o dell’Accademia delle Belle Arti per dare una veste più gradevole al cassonetto. Chissà se sarà sufficiente. Le intenzioni sono le migliori. Speriamo che presto altri cassonetti, stavolta realmente a scomparsa, riescano a dare quel contributo essenziale alla vivibilità, al decoro e alla pulizia che il quartiere richiede, magari ascoltando prima, e con maggiore attenzione, la voce di molti dei suoi abitanti.
DI GIUSEPPE PORCELLI
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