La nuova via Luca Giordano con la sagra paesana
E’ stato un inizio mese infernale quello di marzo per i commercianti di via Luca Giordano, dove è andata in scena l’esilarante spettacolo delle ingombranti bancarelle che, a detta loro, vendevano prodotti made in Sicily. Una fiera delle fiere a cielo aperto, nel cuore del centro commerciale naturale più importante d’Italia, che ha visto come vittime inconsapevoli i negozianti della strada. Una manifestazione già riproposta a piazza Municipio nel periodo natalizio, ma almeno durante quella occasione i trenta stand si trovavano in un luogo dove non vi erano esercizi commerciali, di fronte Palazzo San Giacomo. Una soluzione ragionevole, che la Municipalità di San Ferdinando aveva messo in piedi solo qualche mese fa, ma a cui la quinta Municipalità pare non abbia voluto dare seguito. Il colmo è stato vedere lo stand delle cassatine davanti Bellavia. L’antica pasticceria siciliana si è vista subire un danno ingente, soprattutto nella giornata di domenica. In un periodo non propriamente florido per l’economia di via Luca Giordano, che ha visto la chiusura di numerose insegne storiche del quartiere dallo scorso anno, far sostare permanentemente altrettanti rivenditori davanti ai negozi, è stato visto come un segno irrispettoso nei confronti dei commercianti della strada dello shopping. “E’ da due giorni che non entra nessuno nel mio negozio perché siamo totalmente oscurati da queste bancarelle, che senso ha metterle proprio qui?”- ci dice un commerciante vomerese. Effettivamente di luoghi pubblici al Vomero ce ne sono diversi, molte piazze e giardini potevano essere messe a disposizione per il “Sicilia viva in festa”; dallo spiazzale di San Martino ai giardini di via Ruoppolo, da piazza Immacolata a piazza Medaglie d’Oro, tante le alternative che non sono state minimamente prese in considerazione. Tra cassate, arancine e buccellati via Luca Giordano è stata trasformata in una mini corsia che i passanti dovevano imboccare per forza, accalcati e ammassati l’uno all’ altro per chi si accaparrava la prima delizia siciliana. Con buona pace di negozi storici, come Bellavia (prima nota come “L’antica Palermitata”), che da sempre vende specialità siciliane e si è ritrovata i gazebo con cassate e arancini proprio fuori al bar (in foto). Camminare per via Luca Giordano non è stato semplice in quei giorni, sembrava di essere finiti a via San Gregorio Armeno, solo che invece di ammirare le meraviglie fatte ad hoc dagli artigiani del luogo, ci affidiamo alle altre culture; fin qui tutto normale, tranne che per il modo in cui è stato fatto: ma poi scopri addirittura che gli “altri”, a cui ci siamo affidati, non sono nemmeno quello che dicono di essere. Avete presente quei bellissimi formaggi esposti dietro le loro vetrine, oppure le varie fritture e i dolci messi in bella vista alla mercè dei papabili clienti? Tali prodotti in realtà non sono stati preparati nelle rinomate cucine siciliane bensì a Terrazzano sul Naviglio, in provincia di Milano, che non ricordiamo sia famosa propriamente per il panino con la milza e le arancine al burro e alla carne. Il tutto è riscontrabile dallo stesso scontrino che il marocchino di turno, all’interno dello stand dei prodotti tipici siciliani, consegnava agli ignari clienti. Vendere l’illusione di un gusto siciliano è molto facile, tanto valeva che erano i commercianti napoletani. impegnati nella vendita dei prodotti della Sicilia, a esporre il proprio nome nel cuore del Vomero. Infatti lo stesso olio che hanno spacciato per siciliano, in realtà proveniva dalla Grecia (segnalazione lettore). A quanto riportato dagli stessi negozianti del posto, anche il servizio di pulizia ha lasciato a desiderare: “ ho visto per almeno una settimana una cassetta di legno per la frutta appoggiata al tronco di un albero, poi ho deciso di rimuoverla stessa io perché non ce la facevo più”- ha affermato una mamma del quartiere. Buste e bustine, carte, sacchi di immondizia e oggetti non ben identificati hanno poltrito per giorni al sole, fino a quando, fra la cittadinanza attiva e l’ASIA, non è stato rimosso il tutto (o quasi). Una organizzazione alquanto discutibile per un evento che non ha riscosso il successo tanto aspettato. Si sta perdendo la magia del quartiere dando adito a certe iniziative, con l’aiuto dei soliti sciacalli che abusivamente vendono i beneamati calzini. Molti a storcere il naso all’odor di aria fritta ( retoricamente e semanticamente) e troppe le lamentele per la location utilizzata. E’ questo il modo di rilanciare il Vomero? A chi giova tutto cio?
Francesco Li Volti
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