“Le Iene” nelle pizzerie vomeresi per dire no al patentino
Hanno fatto il giro delle pizzerie del Vomero quelli de “Le Iene” per realizzare un servizio sulla pizza napoletana. Lo spunto è stato dato dal disegno di legge che propone di regolamentare il mestiere del pizzaiolo che, se venisse approvato il ddl, per continuare a lavorare dovrà obbligatoriamente conoscere le lingue e fare un corso sulle scienze dell’alimentazione. In sostanza, secondo il ddl, se non conoscono le lingue e non hanno studiato le scienze dell’alimentazione, i pizzaioli non posono avere il patentino e quindi lavorare.
Così, per dimostrare che invece l’unica cosa importante è saper fare la pizza, una troupe de “Le Iene” composta dall’inviato Filippo Roma e da due autori del programma, si è camuffata tra i clienti delle pizzerie del Vomero ed ha assaggiato la prelibatezza napoletana dimostrando,
d’accordo con i pizzaioli intervistati, che per fare una buona pizza non serve conoscere l’inglese o teorie delle scienze dell’alimentazione come prevede il disegno di legge, bensì basta conoscere i segreti del mestiere ed imparare l’arte tutta napoletana di fare la pizza. Il giro delle Iene ha toccato la pizzeria “Rossopomodoro” di via Cimarosa, la pizzeria “Vittoria” di via Piscicelli, la pizzeria “Magnopizza” di via Mosca, la pizzeria “Fratelli La bufala” di piazza Leonardo, “L’arte della pizza” di via Santa Maria della Libera e “Pizza Gourmet Vesi” di viale Michelangelo. Il “tour” delle Iene nelle pizzerie vomeresi sarà trasmesso nel corso del programma in onda su Italia Uno dal 12 febbraio.
Cosa dice il disegno di legge
Pizzaioli non solo si nasce, ma si diventa. Ed è sulla base di questo principio che questa mattina a Palazzo Madama i senatori di Forza Italia Bartolomeo Amidei e Paola Pelino hanno presentato un disegno di legge per istituire l’ordine professionale dei pizzaioli. Che certifichi, con tanto di esame e diploma finale, il valore di chi lavora con il più classico dei prodotti “made in Italy”: la pizza.
La pizza rappresenta una delle specialità nostrane più importanti e conosciute al mondo. Dai dati illustrati dai due senatori azzurri, ogni giorno in Italia una pizzeria sforna in media 80 pizze, 4 milioni al giorno quelle mangiate da Nord a Sud. Secondo il ddl 2208 accede al titolo chi ha esercitato la professione per almeno 18 mesi e chi supera un esame dopo un corso teorico-pratico di 120 ore: 30 ore di laboratorio, 40 di lingue straniere, 20 di scienze dell’alimentazione e 30 sulla conservazione degli alimenti. Il diploma avrà validità quinquennale. Dopo questo periodo si seguirà un corso di aggiornamento. Riconosciuta “di diritto” anche la categoria dei maestri pizzaioli, ovvero coloro che hanno esercitato la professione per almeno 10 anni o che dirigono équipe composte da almeno 4 collaboratori. La copertura finanziaria del provvedimento è indicata in 5 milioni di euro. “Da italiani abbiamo la responsabilità di difendere il made in italy- dice Amidei – oggi nel nostro Paese circa 100mila persone ‘fanno pizza’, con gli aiuto-pizzaioli arriviamo a 150mila. Le pizzerie rappresentano il 50% del fatturato totale della ristorazione”. Numeri enormi che spingono verso il riconoscimento della professione del pizzaiolo, per esercitare la quale occorre una preparazione meticolosa: oggi, fare pizza, non è semplicemente assemblare mozzarella e pomodoro ma qualcosa di più complesso. L’insegnamento è dunque fondamentale. “Si sente parlare spesso di frodi alimentari, contraffazione e cibo avariato – termina il senatore – per la sicurezza degli alimenti credo sia molto importante anche il controllo finale di colui che tocca e cucina il cibo, portandolo in tavola”. “Se siamo famosi al mondo lo dobbiamo anche alla pizza – aggiunge Pelino- per troppo tempo i pizzaioli sono stati tenuti da parte, come qualcosa di folkloristico, invece di essere davvero valorizzati. Ora inizieremo le audizioni in commissione Industria, mi auguro che questa proposta diventi presto legge”.
Per diventare pizzaiolo in realtà alcuni corsi già ci sono, tenuti dalle varie organizzazioni di categoria. Dal 1984 l’Associazione verace pizza napoletana (Avpn), fondata a Napoli, tutela e promuove in tutto il mondo il prodotto tipico realizzato secondo l’antica tradizione partenopea e le caratteristiche descritte nel disciplinare internazionale, approvato ufficialmente anche dall’Unione europea nel 2010 (regolamento Ue n.97/2010).
Commenti
No Banner to display
“Ponte di via S. Giacomo dei Capri: i soldi ci sono”
Aldo Masullo riceve la cittadinanza onoraria
Napoli Comics chiude i fumetti perdono la casa
Dai principi di Santobono all’Ospedale pediatrico
La moda al Vomero indossa il nastro rosa in favore dell’ Airc.