Il dilemma shakespeariano sul pedaggio della Tangenziale
Pagare o non pagare: questo è il problema. Si, sembra essere questo il dilemma che attanaglia i napoletani nele ultime settimane pensando al pedaggio della Tangenziale. Anche se, a dire il vero, i cittadini sembrano abbastanza concordi nel ritenere che sia ingiusto pagare ancora il pedaggio mentre il primo cittadino, Luigi De Magistris, pensa anche al futuro occupazionale dei dipendenti della Tangenziale Spa. Il dilemma shakespeariano sul pedaggio nasce da una novità giunta ad inizio anno dal Parlamento Europeo che ha dichiarato illegittimo il pagamento all’ingresso della Tangenziale di Napoli, accogliendo un emendamento proposto da Fulvio Martusciello, deputato dei popolari europei al rapporto sullo stato della Concorrenza nell’Unione. Il punto del discorso è che non è legale pagare il pedaggio su strade che delimitano le aree urbane: il Parlamento Europeo, perciò, chiede all’Italia di non far più pagare il transito sulle autostrade urbane. Ma l’azienda che si occupa della Tangenziale la pensa diversamente e sostiene che la pronuncia dell’Europa non avrà effetti. In mezzo ci sono i napoletani. Che intanto pagano. E che sono gli unici a pagare un pedaggio per circolare sulla Tangenziale in Italia. Il sindaco Luigi De Magistris sta alla finestra e studia la situazione, perché se da un lato si cerca di percorrere la strada dell’abolizione del pedaggio, dall’altro bisogna stare attenti a preservare gli equilibri economici di Tangenziale Spa e con essi i posti di lavoro dei suoi dipendenti. Andrebbero, poi, fatte anche delle riflessioni sulla differenza che c’è tra lo stato della Tangenziale che è più sicura e gode di manutenzione costante e lo stato, per esempio, dell’asse mediano che invece è ridotto in alcuni punti a discarica di rifiuti oppure, restando nella nostra zona di competenza, basti pensare al raccordo che collega il Vomero con Soccavo, Fuorigrotta e Pianura il cui manto stradale è dislivellato e che ad ogni pioggia diventa quasi impercorribile visto che si formano dei ristagni d’acqua. Stessa situazione di scarsa manutenzione si verifica sul raccordo del Centro direzionale per non parlare poi delle strade cittadine che presentano buche pericolosissime e che sono da tempo senza di interventi di sicurezza. Dunque, viene da riflettere se l’unica lingua d’asfalto sicura per i napoletani è quella gestita privatamente da Tangenziale spa. E verrebbe quasi da pensare di affidare a questa società anche le strade della città visto pur pagando un pedaggio ma almeno potendo circolare con sicurezza in auto o sulla moto. Insomma, se da un lato è giustamente ritenuto illegittimo far pagare ai napoletani il pedaggio per la strada “tangenziale” cioè di accesso alla città, dall’altro lato va avviata una riflessione sulla differenza dello stato di sicurezza tra questa e le altre vie di collegamento e strade pubbliche e gratuite. Il dibattito è acceso, il dilemma si risolverà presto. Intanto i napoletani continuano a pagare il pedaggio ma sognano di essere trattati, per una volta, con tutti gli altri cittadini d’Italia che invece la Tangenziale non la pagano.
Alessandro Migliaccio
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